Rivolte a processo

L.M. - 19 Ottobre 2010
Processi in corso per le rivolte estive

di Macerie

VOCI DAI CIE. Le rivolte dell’estate a processo, ieri al Tribunale di Torino. Intanto, la sommossa del 14 luglio, quella che ha reso inagibile un’intera sezione del Cie di corso Brunelleschi.
Il processo si è svolto a porte chiuse, gli imputati – quelli che non sono già stati deportati, ovviamente – ben nascosti dietro porte chiuse e gabbie, e ancora muri. Un gruppetto di compagni è riuscito a salutarne qualcuno, ma è stato respinto dopo un istante dagli agenti di guardia. Pesantissime le richieste del Pubblico ministero: dai due anni e otto mesi di carcere all’anno e mezzo. La prossima udienza sarà il 4 di novembre, e sempre a porte chiuse. E poi il processo a Bilal, accusato di aver rotto il dente ad un guardia al termine di una protesta avvenuta alla metà di agosto (il lungo Ferragosto nei Centri, evidentemente, ha fatto tappa pure a Torino). Dopo aver interrogato un certo sovrintendente Peres, uno degli agenti che ha partecipato a reprimere la protesta e che ha accusato seppur con qualche incertezza Bilal del cazzotto, il giudice ha rinviato il processo al 12 di novembre.
Una quindicina di noi hanno assistito all’udienza, e verso la fine alcuni si sono alzati componendo con le loro magliette la scritta “Fuoco ai Cie”. Bilal ne è stato contento, mentre la giudice ha fatto finta di niente: ironia della sorte, una scena identica la stessa giudice l’aveva già vista solo un paio di anni fa, quando invece aveva fatto sgomberare bruscamente l’aula.