Grazie. Ecco perchè senza immigrati saremmo perduti

L.M. - 16 Novembre 2010
Grazie. Ecco perché senza immigrati saremmo perduti. Di Riccardo Staglianò. 14,60 Euro, 224 pag. Editore Chiarelettere

di Luigi Riccio

RECENSIONI. Cosa succederebbe se domani i sogni della Lega si avverassero e tutti gli immigrati sparissero? I nostri vecchi non avrebbero badanti. Le stazioni di servizio rimarrebbero vuote. Il nostro pesce non verrebbe pescato. Le nostre arance marcirebbero sugli alberi. I nostri palazzi, gli ospedali sarebbero più sporchi. E non solo.
Poiché se loro fanno ciò che non facciamo più significa che noi possiamo ambire al meglio. Intere professioni, nel giro di dieci o vent’anni, hanno visto l’estinzione della manodopera autoctona, e solo grazie ai vuoti occupati dagli immigrati oggi possono esistere ancora. Dal profondo nord, nelle valli intorno a Bolzano, fino all’estremo sud, in quella Mazara del Vallo principale porto ittico con manovalanza più straniera che italiana. E anche quando la loro presenza non è superiore in percentuale resta comunque indispensabile. Come negli ospedali. Dove tra gli operatori socio sanitari sono una parte consistente e senza non si saprebbe come accudire quei pazienti che necessitano pure di essere imboccati. E in cambio cos’ hanno? Poco. Eppure, tacitamente, il nostro PIL dice grazie: perché se lo meritano. E così pure le pensioni: solo che gli anziani non lo sanno. Per non parlare poi della salute demografica del Paese, che senza di loro sarebbe sempre più vecchia. Parole da comunista? Giudicate voi: Giuseppe Pisanu, ex ministro dell’interno governo Berlusconi 2001-2006. Poiché ideologie a parte, i fatti parlano più degli strilloni. E spiace che invece di un pacchetto regalo si siano ritrovati uno “sicurezza”. Si, spiace, spiace molto. Per questo: grazie. Di esserci. Qui. Tra le mucche nel casertano. Nelle concerie del Nordest. Tra le cave di Barge e Bagnolo Piemonte. Grazie. Di contribuire, in silenzio. Anche quando una protesta sarebbe più che legittima.