Un primo passo per cambiare il mondo

L.M. - 7 Marzo 2011

La scrittrice Rossana Campo (autrice di In principio erano le mutande, Feltrinelli) affida a Corriere Immigrazione il racconto di un suo incontro, riaffiorato nei ricordi dopo la visione del film London River di Rachid Bouchareb e legato agli attentati di Londra del 7 luglio del 2005.

Il 7 luglio del 2005 me lo ricordo bene. Avevo appena ritrovato un vecchio amico perso di vista da quasi vent’anni, un amico dei tempi di Genova, ci eravamo ritrovati per caso e ci eravamo promessi di non perderci per altri vent’anni. Era partito da Parigi il mattino presto con l’eurostar per fare un salto a Londra, altra gente da rivedere, cose sue da inseguire. Io avevo acceso la radio verso mezzogiorno e avevo sentito la notizia delle bombe sui mezzi pubblici. Avevo provato subito a chiamare T. sul telefonino che risultava sempre staccato.

Per un momento mi si era gelato il sangue. Solo verso le cinque del pomeriggio ero riuscita a sentirlo. Stava bene, ma era sconvolto da quello che era successo a Londra.

Il film che sono andata a vedere oggi, London River, racconta una storia che parte proprio dal 7 luglio 2005, da quei fatti. C’é Mrs. Sommers, una donna che vive su un’isola della Manica, e sente quella notizia alla televisione. Telefona alla figlia Jane, studentessa a Londra. Jane non risponde. Mrs. Sommers decide di partire a cercarla. C’é Ousmane, un africano che lavora in Francia, cura i boschi. Anche suo figlio Alì, che non vede da quando aveva sei anni, vive e studia a Londra. Anche Ousmane va in cerca del figlio. Mrs. Sommers e Ousmane si incontrano, scopriranno che i loro due ragazzi si amavano, vivevano insieme e Jane seguiva dei corsi di arabo insieme ad Alì. Il regista Rachid Bouchareb propone come in altri suoi film il dialogo tra culture diverse. Mrs. Sommers e Ousmane sono due genitori come tanti, con due fedi differenti, lei protestante, lui musulmano. Si incontrano e dopo la diffidenza iniziale di Mrs. Sommers cominceranno ad avvicinarsi, sostenersi, e a conoscersi un po’. Qualcosa cambierà nella loro vita. Quello che il regista sembra dirci é: se riuscissimo a trasformare la paura, l’aggressività e la lontananza quasi istintiva che proviamo nei confronti di chi ha un colore diverso dal nostro, un’altra lingua, altri usi, avremmo fatto un primo passo per cambiare il mondo. I personaggi di questo bel film lo fanno.

Rossana Campo