Amnesty: “In Italia violazioni dei diritti umani contro rom e migranti”

L.M. - 17 Maggio 2011
Rapporto 2011. Clima di crescente intolleranza alimentato anche dalla politica: discriminazione contro i rom, scarsa protezione verso migranti e richiedenti asilo. Colpiti anche gay e trans. Ma la società civile reagisce: lodi agli abitanti di Lampedusa
di Gina Pavone, Redattore Sociale

ROMA. Anche in Italia ci sono violazioni dei diritti umani, e riguardano soprattutto rom, migranti e persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender. L’accusa arriva da Amnesty International, che nel rapporto 2011 sulla condizione dei diritti umani nel mondo disegna un quadro negativo del nostro paese ed esprime diverse preoccupazioni.

Sotto accusa i “commenti dispregiativi e discriminatori formulati da politici”, responsabili di aver “alimentato un clima di crescente intolleranza” nei confronti di queste categorie di persone.

“I diritti dei rom continuano ad essere violati – si legge nel capitolo dedicato alla situazione dei diritti umani in Italia – e gli sgomberi forzati hanno contribuito a spingere sempre più nella povertà e nell’emarginazione le persone colpite”. In particolare il report sottolinea le criticità aperte con il cosiddetto “Piano nomadi” a Roma e gli sgomberi forzati praticati a Milano: due casi in cui l’amministrazione viene accusata di aver fomentato sentimenti di intolleranza e discriminazione nei confronti dei rom. E per quanto riguarda Milano si segnala l’aperta discriminazione messa in atto dall’amministrazione comunale quando ha revocato l’assegnazione di alcune case popolare a famiglie rom, assegnazione poi confermata dalla decisione di un tribunale.

“Richiedenti asilo e migranti hanno continuato a essere privati dei loro diritti – si legge nel rapporto – in particolare per quanto riguarda l’accesso a una procedura di asilo equa e soddisfacente”. L’accusa nei confronti delle autorità è di non aver protetto adeguatamente migranti e richiedenti asilo da aggressioni razziste e “facendo collegamenti infondati tra immigrazione e criminalità, alcuni politici e rappresentanti del governo hanno alimentato un clima di intolleranza e xenofobia”. Inoltre il rapporto parla di segnalazioni “di maltrattamenti a opera di agenti delle forze di polizia e di sicurezza”.
Segnalate inoltre discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e aggressioni, anche violente, a sfondo omofobo. In questo caso Amnesty sottolinea la lacuna legislativa che impedisce in questi casi la stessa tutela riservata alle vittime di altri tipi di discriminazione, e torna a stigmatizzare anche un altro vuoto legislativo: l’assenza del reato di tortuna nel nostro ordinamento penale.
Nel complesso, dal rapporto emerge “un paese fiaccato da decisioni lesive della dignità di molte persone”, ha detto Giusy D’Alconzo durante l’incontro con cui il rapporto è stato presentato alla stampa. Inoltre D’Alconzo ha fatto notare che molte delle decisioni e delle scelte politiche degli ultimi tempi “sono molto poco lungimiranti” in quanto ripiegate sul presente e del tutto inefficaci per volgere lo sguardo al futuro, oltre che a risolvere le situazioni di criticità che si sono venute a creare. Attenzione è stata rivolta anche al caso Abu Omar e della condanna emessa dal Tribunale di Milano per la ‘special rendition’ da parte degli Stati Uniti nel 2003. Su questo i rappresentanti di Amnesty hanno sottolineato che si tratta di una sentenza positiva e unica al mondo, anche se probabilmente la sentenza avrebbe potuto essere più incisiva se il governo non avesse calato sulla vicenda il segreto di Stato. Durante la presentazione i relatori hanno però anche sottolineato che la società civile italiana ha dato anche segni molto positivi di non subordinazione alla linea dettata dalle istituzioni. In particolare è stato citato il comportamento tenuto dagli abitanti di Lampedusa nei giorni della crisi umanitaria, dando prova di saper mettere in atto una grande solidarietà verso i migranti. Inoltre è stato citato come positivo l’osservatorio contro le discriminazioni realizzato dalle forze di polizia.