Milano, un museo della memoria rom dedicato a Fabrizio De André (video)

L.M. - 7 Luglio 2011
Il campo autorizzato di via Impastato a Milano, da settembre, sarà sede del “Museo del viaggio Fabrizio De Andrè”. Un luogo della memoria dedicato a chi ha approfondito la cultura romanì, oltre che conosciuto rom che tutt’ora abitano il campo
di Luigi Riccio
MILANO. Un luogo simbolo di degrado trasformato in museo. E’ quello che accadrà al campo autorizzato di via Impastato a Milano, in zona Rogoredo, da settembre.

Realizzato da Opera Nomadi Milano insieme alla cooperativa Romanò Drom, al Consorzio Sir e alla cooperativa Arca di Noè, il “Museo del viaggio” sarà intitolato a Fabrizio De André. Una rassegna della memoria con foto, video e oggetti di artigianato rom. Ma anche un luogo di produzione culturale, con uno spazio dedicato alla proiezione di film e una scuola di cultura e musica romanì, oltre a un servizio di ristorazione. “La particolarità è che questo materiale è esposto in un ambiente vivo, abitato – spiega Maurizio Pagani, presidente di Opera Nomadi di Milano -. Gli stessi rom del campo saranno coinvolti in prima persona nell’accompagnare i visitatori all’interno della cultura romanì”. Il museo sarà allestito in una parte del campo, e gli abitanti stessi faranno da cicerone.
Anche l’incontro di oggi 7 luglio allo Spazio Forma (Piazza Tito Lucrezio Caro, 1, ore 18:30), in cui sarà presentato il progetto del museo, è dedicato a Fabrizio De Andrè. Il suo nome è “Un diamante nascosto nel pane” e riprende i versi di Khorakhané, la canzone dedicata alle persecuzioni dei rom musulmani nel corso della storia. I motivi di questa scelta sono da rintracciare nel “ricordo di un grande artista che ha molto approfondito la cultura rom” e nel fatto che “ la famiglia Bezzecchi, che abita tuttora nel campo, ha aiutato De Andrè nella stesura di Khorakhané e l’ha accompagnato a visitare le realtà rom milanesi”.
Ciò che si spera adesso è che l’allontanamento (democratico) degli ideologi dello sgombero massivo e della discriminazione a tappeto da Palazzo Marino porti una boccata d’ossigeno alle realtà più fragili di Milano. Anche se non è così scontato. “Abbiamo la speranza -conclude Pagani- che si cambi registro, anche se sappiamo che sarà molto difficile”.