Palermo, migranti rinchiusi in Cie galleggianti

L.M. - 27 Settembre 2011
I migranti trasferiti da Lampedusa dopo l’incendio sono rinchiusi in dei Cie galleggianti, ovvero delle navi, da cui né possono uscire né possono essere incontrati da giornalisti o esponenti della società civile
di Comitato Primo Marzo
ATTUALITA’. Si è svolto oggi, domenica 25 settembre nel pomeriggio, un presidio per chiedere l’immediata liberazione dei migranti tunisini detenuti illegalmente nelle navi ormeggiate al porto di Palermo e provenienti da Lampedusa.

Dopo aver sostato all’ingresso principale antistante Via Amari, il presidio si è successivamente spostato verso i Cantieri navali. Le navi su cui sono attualmente trattenute le persone rappresentano a tutti gli effetti dei CIE “galleggianti”, tanto è vero che nessuno vi può accedere, eccetto i parlamentari nazionali e le organizzazioni che hanno una convenzione con il Ministero per attività interne. In continuità con l’iniziativa LasciateCIEntrare nazionale e internazionale che intende reclamare il diritto ad accendere i riflettori su queste strutture e sulle persone che vi sono trattenute, il deputato siciliano Tonino Russo ha potuto accedere alle due navi ancora presenti nel porto. Secondo quanto riferito, i migranti – pare non soltanto di nazionalità tunisina – sarebbero 352, di cui 151 sulla Moby Audacia e 201 nella Moby Vincent. Tra questi risultano alcuni malati e feriti che si trovano attualmente all’ospedale Civico di Palermo. Alle persone non viene fornito nessun oggetto – lamette, forchette metalliche, ecc. – che possa essere utilizzato per atti di autolesionismo. Purtroppo anche qualsiasi possibilità di comunicazione con l’esterno viene preclusa dal ritiro di tutti i telefoni cellulari. D’altra parte secondo quanto riferito dal deputato, alle persone trattenute non viene fornita un’informazione chiara sulla loro destinazione e sul loro futuro.
La Rete Primo Marzo ha sempre denunciato la detenzione dei migranti nei CIE, chiedendone la loro chiusura in quanto violano i diritti umani e non sono compatibili con la Carta Mondiale dei Migranti ratificata a Gorée in Senegal lo scorso febbraio e adottata dal Movimento.

La Rete Primo Marzo chiede:
– che vengano rispettati i diritti fondamentali delle persone secondo la Carta Mondiale dei Migranti e il Diritto nazionale e internazionale;
– che venga rispettato il Diritto di libera circolazione;
– che a tutte le persone attualmente trattenute sulle navi venga riservata un’accoglienza dignitosa e secondo quanto previsto dalla legge;
– che l’informazione possa liberamente circolare dall’esterno all’interno e viceversa;
– che, infine, il Governo renda pubblici i contenuti degli accordi di respingimenti con la Tunisia e con gli altri Paesi di provenienza dei migranti.