Arte africana contemporanea

Il Percorso e la sfida di Mor

- 17 Febbraio 2013

A Milano ha aperto un nuovo spazio dedicato all’arte africana contemporanea. Fino al 28 febbraio ospiterà la collettiva Diar-Diar.

Gestita dall’artista senegalese Mor Talla Seck, B.D. Art Gallery si propone come luogo di aggregazione e d’incontro per gli artisti africani, ma soprattutto come laboratorio artistico e punto di contatto tra forme espressive capaci di interpretare le dinamiche multiculturali sempre più presenti nella città di Milano.
Pittore, scultore e restauratore ma anche curatore di laboratori per adulti e bambini, Mor Talla ha lanciato alla città di Milano una sfida ardita: accogliere l’arte africana contemporanea, oggetto ancora sconosciuto al grande pubblico, e farla dialogare con la tradizione. Sfida che sembra promettere uno scenario interessante, viste le prime proposte.
Fino al 28 febbraio si possono ammirare le opere della collettiva Diar-Diar, ovvero Percorso: dove il disordine architetturale dell’artista senegalese Mouhamadou Ndoye, in arte ‘Douts’, incontra a Milano “i piani mistificati” del suo connazionale Mor Talla Seck.
Al piano terra le opere di Douts, diplomato all’Ecole de Beaux Arts di Dakar e ora espatriato a Parigi, che ha dedicato la serie qui esposta ai quartieri popolari di Dakar.
Tele materiche dai toni caldi e vivaci, giallo, arancione, blu, verde, viola ,marrone che impastati con cartone ondulato, fili, stoffa, danno vita alla frenetica quotidianità della capitale senegalese. Esili figure, macchine che volano, infiniti fili elettrici che tagliano il cielo, case di latta, sono gli elementi vitali di un’architettura spontanea dove i muri accolgono i disegni dei bambini e appunti di varia natura, diventando essi stessi quadri di arte contemporanea.
Uno stile che ricorda a tratti la poesia dei personaggi volanti di Chagall e al tempo stesso usa il ritmo sincopato e urbano di Basquiat. Un’apparente semplicità che racchiude la complessità della metropoli africana, dove la creatività informale convive con un traffico esponenziale e mal gestito.
La panoramica su Dakar si chiude con una serie di tre quadri, che utilizzando l’inchiostro di China su carta, sceglie un segno raffinato che ricorda le stampe giapponesi.
Lo stesso universo prende vita nel corto d’ animazione “Train-Train Medina” dove da sabbia, cartone, vernice e stoffa creano e disfano case e uomini in un movimento continuo.

Al piano superiore i sous verres di Mor Talla ci introducono nell’universo dei “piani mistificati”, orizzonte di indagine dell’artista da sempre affascinato dal legame tra uomo, natura e aldilà.
La tecnica dei sous verres, è una pratica artigianale molto popolare in Senegal. Originariamente sviluppata dai corniciai che utilizzavano i resti dei vetri non utilizzati per le cornici, è una pratica artistica che ritrae la vita quotidiana senegalese: feste religiose, car rapides, episodi storici legati alla lotta per l’Indipendenza, ritratti di Cheikh Amadou Bamba, fondatore del Muridismo o di uomini e donne comuni.
Mor Talla reinterpreta questa tradizione artistica, affascinato dal gioco tra positivo e negativo (il disegno viene realizzato su carta e poi impresso su vetro) e trasforma la tecnica in una riflessione filosofica sulla comprensione del reale che necessita, per avvicinarsi alla realtà, di un doppio punto di vista. Il vetro, barriera tra visibile e invisibile, è un supporto perfetto per raccontare il percorso iniziatico dell’uomo. La scelta di realizzare una serie di dittici e trittici suggerisce una riflessione sullo spazio e sulla divisione tra dimensione del reale e dell’universo esoterico. Lo spazio indagato è quello dei “boschi sacri” dove gli iniziati si confrontano con l’animale Totem che dovranno saper dominare, gestendo la Metamorfosi in un percorso spirituale intriso di psicoanalisi.
Sulla superficie trasparente del vetro surreali personaggi e simboli si muovono in una danza ipnotica.
Una ricerca iniziata dall’esperienza personale della circoncisione e approfondita durante gli studi all’Ecole de Beaux Arts di Dakar e con il successivo lavoro con i malati mentali.

Due percorsi tematici e artistici diversi che mostrano universi contigui e complementari.
Douts racconta come in una Graphic Novel un’Africa urbana e globalizzata dove l’ uomo si fa spazio in un ambiente caotico e vitale che muta ogni giorno. Mor Talla evoca una sfida tra uomo e spiriti attingendo ad una realtà più rurale.
La modernità non è che un supporto per la tradizione, sostiene Mor Talla, che ha disseminato negli spazi della galleria sculture in terracotta della Nigeria e maschere in legno del Mali. Silenziosi ed enigmatici osservatori di una complessità africana che noi frenetici milanesi ancora fatichiamo a comprendere.

Simona Cella