Parlamento Europeo

Borghezio è stato autosospeso

- 26 Maggio 2013

Non è ancora chiaro, e forse non lo sarà mai, se di dimissioni spontanee si è trattato (come sostiene l’interessato) o se siano stati i suoi compagni di gruppo a metterlo con le spalle al muro (come raccontano i corridoi). Fatto sta che  Mario Borghezio, eurodeputato della Lega, non fa più parte del gruppo conservatore Europa della libertà e della democrazia. Si è giocato il posto per avere offeso in modo volgare, rozzo e reiterato il neo ministro dell’Integrazione, definendola una bonga bonga e liquidando la sua nomina come una scelta del cazzo. E adesso rischia davvero l’espulsione dal Parlamento Europeo.

Alla sospensione ha sensibilmente contribuito la petizione lanciata da Articolo 21 sul sito Change.org e che ha ottenuto in pochi giorni oltre 130 mila firme.
«Lunedì 20 maggio il presidente del Parlamento Martin Schulz, in apertura di seduta, ha espresso “vergogna” per le dichiarazioni di Borghezio citando la nostra petizione», ha scritto Stefano Corradino, direttore di Articolo 21. «Quando il giorno successivo siamo stati ricevuti dai capigruppo di socialisti e democratici, popolari, liberali, verdi, comunisti, gruppi diversi che, all’unisono, hanno espresso altrettanta vergogna per le affermazioni offensive dell’esponente del Carroccio ai danni del ministro dell’Integrazione Kyenge, abbiamo subito pensato che non si trattasse di un incontro rituale ma di una forte presa di coscienza e di una indignazione vera della gran parte del Parlamento Europeo per le affermazioni del deputato del Carroccio».

Un’uguale fermezza (non solo nei confronti di Borghezio) adesso sarebbe auspicabile dalle istituzioni italiane. Ricordiamo che l’Italia si è dotata di una legge (la legge Mancino) che condanna gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali. Non sarebbe ora di applicarla?