Scritture transculturali

Racconti di (giovani) donne

- 16 Giugno 2013

Ecco  le vincitrici dell’VIII edizione del Concorso Lingua Madre: Gül Ince, Karla Pegorer Diaz, Irina Turcanu.

Da nove anni il Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre, ideato dalla giornalista Daniela Finocchi, è una finestra sul mondo della migrazione al femminile. Ed è un’occasione di incontro (non solo virtuale e non solo letterario) tra culture: è dedicato ai racconti, scritti in italiano da donne straniere, che parlino dei temi più forti inerenti alla migrazione, dall’identità, alle radici, all’impatto con un mondo nuovo. (Ma c’è anche una sezione dedicata alle italiane, che vogliano narrare l’incontro con “le altre”). Come ogni anno, i racconti che hanno partecipato sono centinaia: 50 saranno pubblicati in autunno dalla casa editrice Seb27 (http://seb27.it/), i primi 3 sono stati premiati al Salone del Libro di Torino, in maggio. Alla cerimonia, quest’anno, ha partecipato anche il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge. Nessuna delle vincitrici del 2013, provenienti dalla Turchia, dal Brasile e dalla Romania, si è basata sulle proprie vicende personali. Come spiega Irina Turcanu, la terza classificata: «Io, come altre straniere, sono arrivata in Italia in maniera abbastanza banale. Ma sono in contatto con il mondo dell’immigrazione e quindi conosco tante storie anche difficili. Perché è inutile negarlo, la migrazione all’inizio è un trauma: non conosci la lingua e, anche se ne sai qualche parola, non ne comprendi le sfumature e non capisci le battute, e questo ti preclude il contatto vero con le persone. Solo dopo, quando ti immergi nella lingua e nella cultura del nuovo Paese, le difficoltà si attenuano».

Ma andiamo per ordine. La prima classificata è Gül Ince, nata in Turchia 29 anni fa, in Italia dal 2007. Il suo racconto Mare vuol dire Deniz racconta la storia di due ragazze che, senza essersi mai viste prima, affrontano insieme il viaggio verso l’Europa per sposare dei concittadini che non hanno mai visto prima. Possiedono documenti falsi e una delle due, la più giovane, è spaventatissima. A farla sorridere, per un solo attimo, è la scoperta che il “nuovo” nome della sua compagna di viaggio, quello sul finto passaporto, è Deniz che vuol dire, appunto, mare. «È la storia vera di una persona che conosco, con cui ho parlato a lungo. È il racconto di un viaggio, di un matrimonio combinato, ma anche di un’amicizia che nasce in un momento di difficoltà. Le due ragazze passano insieme solo poche ore e non si incontreranno mai più: ma tra loro si instaura un rapporto incredibile, come può succedere solo tra donne», spiega l’autrice. Al secondo posto, Karla Pegorer Diaz, brasiliana di origini italiane e spagnole, 38 anni, che in Favole di speranza trasforma una storia terribile (il viaggio di una ragazza venduta dalla famiglia in Ciad, fino a una gelida Verona) in una sorta di favola in cui, alla fine, sembrano vincere la vita e la speranza. Infine, il racconto di Irina Turcanu, 29enne rumena, in Italia dal 2001. Si intitola 12 e gioca sul significato dei numeri nella vita di ognuno di noi. La protagonista è una donna che lascia la famiglia per cercare una vita migliore altrove e, mentre un doganiere ispeziona i suoi documenti con il solito sospetto, riflette sul suo passaggio dalla condizione di “3” (lei, marito e figlia) a quella di “1”. Riuscirà a passare i controlli e, in seguito, anche a ricongiungersi con la figlia tornando, finalmente, a essere almeno “2”.

Sul sito del concorso il bando per partecipare alla nona edizione e gli aggiornamenti sui tanti eventi organizzati durante l’anno.

Gabriella Grasso