Roma

Seconde (generazioni) a chi?

- 23 Giugno 2013

Il soffitto di cristallo diventa più pesante quando insiste sulla testa di donne di origine straniera, anche se nate in Italia. Se ne discute a Roma questa settimana.

Melina è una ragazza diciannovenne nata in Italia, cui è stata rifiutata la cittadinanza, perché è stata in Ecuador, il paese di origine dei suoi genitori, per meno di un anno quando ne aveva quattro. È questa una delle ultime tra le centinaia di storie circolate nella rete di discriminazioni e cittadinanza negata. A partire dall’’ossimoro, “lo straniero nato in Italia (sic!),” –così recita l’Art. 4 dalla legge in vigore sulla cittadinanza, si può stilare un elenco infinito di paradossi creati dalla legge che (s)regola la vita di un milione di ragazze e ragazzi, figli di genitori stranieri, ma nati e/o cresciuti in Italia, che non sono immigrati ma al contempo non sono considerati giuridicamente cittadini italiani.
Ci sono imprenditrici e imprenditori con un percorso scolastico nelle nostre scuole e università, che investono nel nostro mercato del lavoro, ma sono senza cittadinanza. Ci sono ragazze e ragazzi, nati in Italia da genitori stranieri con permesso di soggiorno regolare, che possono ritrovarsi da un momento all’’altro in un Cie, perché i genitori hanno perso il lavoro. Ma questi stessi giovani sono l’’altra Italia, che studia, lavora, crea e arricchisce culturalmente ed economicamente il nostro Paese.
Nel marzo di quest’’anno un gruppo di giovani di seconda generazione, che ha sostenuto la campagna L’’Italia sono anch’’io, ha lanciato una petizione online, con l’’obiettivo di “dare la sveglia” ai neoeletti. Il risultato? Sedicimila firme in pochi giorni. Un milione di giovani nati o vissuti in Italia aspetta da anni una nuova legge sulla cittadinanza per avere gli stessi diritti dei cittadini italiani.
In particolare, dopo le grandi battaglie del ‘’900 per il diritto al voto, in Italia le giovani donne di origine straniera non possono partecipare alla vita politica, a loro questo diritto è ancora negato, perché non hanno la cittadinanza.

Il progetto si inserisce nel quadro dell’’iniziativa More women in european politics, promossa a livello europeo dall’’associazione Luden, e promossa in Italia da Sinistra Ecologia Libertà e da una validissima équipe di ricercatrici e artiste provenienti da diversi contesti socioculturali: Erika Arribasplata, Giorgia Bordoni, Anna Maria Di Miscio, Elisabetta Hagos, Azeb Lucà Trombetta, Saba Hagos, Rosa Jijion, Samia Oursana, Renata Pepicelli, Isabella Peretti, Vicenza Perilli, Sonia Sabelli, Igiaba Scego, Stefania Vulterini, Ruth Zion.
Il progetto sarà presentato a Roma il 27 giugno 2013, ore 12-13:30, presso la Caduti di Nassirya di Palazzo Madama.
Per info: http://www.donnedisecondagenerazione.it