Visioni

Venuto al mondo

- 23 Giugno 2013

Il tempo è trascorso e la guerra è finita, a Sarajevo. E qui fa ritorno Gemma, dopo molti anni, portando con sé il figlio Pietro. Il suo ritorno nella città bosniaca è dovuto all’invito da parte di Gojco, un poeta, un artista che ha organizzato un’esposizione fotografica sul tema del conflitto. Ma Gemma porta dentro di sé anche un dramma personale: prima dell’inizio della guerra si era innamorata di Diego, per amore del quale aveva mandato all’aria il proprio matrimonio e, con l’amante, non aveva potuto avere figli; ma il desiderio di Gemma di diventare madre era talmente forte che aveva proposto al marito di procreare con un’altra donna che sarebbe stata, poi, disposta a cedere il neonato.
Venuto al mondo è tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini e, come ormai spesso accade, è stato sceneggiato a quattro mani: dall’autrice e dal marito, il regista Sergio Castellitto. Non è mai facile trasporre un testo scritto in un’opera cinematografica e non è, soprattutto, semplice parlare di una guerra senza averla vissuta sulla propria pelle.
La storia è scritta a più livelli: ogni vicenda è incastonata nelle altre, in una buona architettura di contenuti che va a toccare i temi della vita e della morte, della passione, della genitorialità e anche della ricerca di un’identità, sia nel caso degli adulti sia nel caso di una creatura “venuta al mondo” in un momento di crisi esistenziale e sociale.
Bravi gli attori professionisti (Penelope Cruz e Emile Hirsch) e quelli emergenti (Adnan Haskovic e Saadet Aksoy) nel mantenere trattenute le emozioni e nel rendere asciutto un dramma che rischia di scivolare, a tratti, nella retorica.
L’esperienza individuale si intreccia, inevitabilmente, all’esperienza universale del confilitto e alle sue conseguenze: la necessità di attaccarsi alla vita in un periodo di morte (da qui l’esigenza della maternità); la paura della perdita e del distacco; il confronto tra padri e figli, con i padri che devono confrontarsi con le scelte fatte in Passato e che hanno determinato il Futuro di tutti.
Alla fine i protagonisti rimettono insieme i pezzi delle loro vite e, per loro, il riscatto c’è. Non si sa se lo stesso potrà avvenire per una città e per questi Paesi dell’area balcanica che stanno ancora cercando equilibrio e armonia.