Firenze

Protesta eritrea

- 30 Giugno 2013

I giovani dell’Eysns manifestano contro il governo di Asmara. Due giorni dopo la giornata per i martiri della guerra con l’Etiopia.

Il 22 giugno 2013 si è tenuta per la prima volta a Firenze una manifestazione contro il governo eritreo. Ad indirla sono stati i giovani dell’Eritrean Youth Solidarity for National Salvation-Italy (Eysns) di cui il nostro giornale ha parlato di recente in merito ad una loro lettera aperta inviata alle più alte cariche dello Stato italiano.

Arriviamo all’appuntamento con un leggero ritardo. Ci sono circa 70 persone in fondo a Piazza Santissima Annunziata. I partecipanti hanno preparato striscioni scritti in tigrigno, inglese e italiano. E bandiere: dell’Eritrea, dell’Italia e della Pace. Alle 15:10 si dispongono ordinatamente in file di quattro e in modo compatto iniziano il corteo. Per circa un’ora nel centro fiorentino risuonano cori dal ritmo cadenzato e costante che, ancora in tigrigno, arabo, inglese ed italiano, chiedono giustizia, libertà e democrazia in Eritrea.

La scelta della data di questa manifestazione non è stata casuale. Il 20 giugno viene celebrata la Giornata della Memoria dei Martiri che hanno perso la vita nei due conflitti che hanno visto contrapposte l’Eritrea e l’Etiopia: il primo dal 1961 al 1991 per ottenere l’indipendenza e il secondo dal 1998 al 2000 per l’allargamento dei confini. I giovani dell’Eysns sottolineano in questa giornata che i Martiri da commemorare non sono soltanto le donne e gli uomini morti nelle guerre del passato, ma anche tutte le persone che quotidianamente lottano contro la dittatura che opprime l’Eritrea dal 1993, perdendo la vita nelle carceri e nei tentativi di fuga dal regime. Subito dopo l’indipendenza il Fronte Popolare di Liberazione Eritreo salì al potere e nominò presidente Isaias Afewerki. Il paese avrebbe dovuto essere traghettato verso la democrazia passando attraverso regolari elezioni. Ma l’appuntamento elettorale del 1997 fu cancellato e l’Eritrea diventava un regime totalitario, militarizzato e blindato, guidato da Isaias Afewerki. Un regime capace di perseguitare i dissidenti anche all’estero e di rivalersi ferocemente sulle loro famiglie. Il filo rosso che lega le morti del passato a quelle del presente porta i giovani dell’Eysns a sostenere che il percorso per l’indipendenza sia stato tradito. In nome del rispetto dei loro Martiri chiedono l’attuazione della Costituzione scritta nel 1996 e mai entrata in vigore: giustizia, libertà e democrazia per il popolo eritreo.

I partecipanti al corteo si distinguono per due caratteristiche: sono tutti molto giovani e sono tutti eritrei. Con la repressione dei dissidenti sempre più feroce e con la coscrizione militare forzata a tempo indeterminato, si è acuito il dissenso verso il regime che caratterizza in maniera più marcata le ultime generazioni di rifugiati. Costretti a scegliere la strada dell’esilio, imprigionati sulle rotte migratorie in Sinai e in Libia, sopravvissuti all’attraversamento del Mediterraneo, una volta arrivati in Italia si vedono relegati ad una vita precaria. Contemporaneamente il governo eritreo li considera traditori, vessando le famiglie rimaste nel paese e tartassandoli con richieste economiche. Diventa di giorno in giorno più forte il dolore per l’impossibilità di tornare a casa da donne e uomini liberi. Da qui la necessità di non abbandonare il proprio impegno politico anche se lontani.

L’altra evidenza è che nessun altra realtà è intervenuta, al di là di qualche sparuto simpatizzante. Per quanto l’invito fosse indirizzato a tutti coloro che volevano portare il loro supporto, sembra che per il momento nessuno abbia risposto all’appello. Nonostante l’Eritrea sia stata una colonia italiana, pochi conoscono cosa è avvenuto e avviene in questo paese. Questa cecità si inserisce nel più ampio panorama di indifferenza dei partiti politici e dei mezzi di comunicazione italiani per ciò che accade al di fuori del nostro paese. I manifestanti distribuiscono materiale informativo sulla situazione in Eritrea e sulle loro rivendicazioni, ma pochi passanti si fermano a chiedere informazioni. Qualche turista scatta fotografie.

Il corteo si snoda per le strade del centro fiorentino, tocca Piazza Duomo gremita di turisti e termina da dove era iniziato, in Piazza Santissima Annunziata. Qui si tiene la vera e propria commemorazione, vengono accese delle candele e intonato un canto che coinvolge tutti i partecipanti. Conclude la manifestazione il discorso di un rappresentante dell’Eysns che in tigrigno e italiano si rivolge a tutti i presenti, incoraggiandoli nel loro percorso di lotta. Ricorda, inoltre, che il 20 giugno, oltre ad essere la Giornata della Memoria dei Martiri Eritrei, è anche la Giornata Internazionale del Rifugiato.

Successivamente, tutti i presenti al corteo si spostano alla Missione dei Comboniani di Firenze che hanno accordato l’utilizzo di alcuni loro spazi per organizzare una cena eritrea e la chiusura della giornata. La discussione inizia con gli interventi dei rappresentanti di ogni sede locale presenti (Bologna e Firenze) che ribadiscono le richieste avanzate durante tutta la giornata: l’attuazione della Costituzione; il rilascio di tutti i prigionieri politici; le dimissioni del Presidente e l’instaurazione della democrazia. A questi segue la lettura di poesie di alcune donne e alcuni uomini membri dell’Eysns presenti. Ciascuno, a turno, interpreta con commozione il proprio scritto, alzandosi in piedi nel rispettoso silenzio creato a sottolineare la solennità del momento e la partecipazione empatica dei presenti. Il leitmotiv dei componimenti è la Memoria dei Martiri, simbolo e riferimento dei giovani eritrei per la libertà e la democrazia. L’incitamento finale è al coraggio e alla costanza nella prosecuzione della lotta, evidenziando la necessità di far conoscere il più possibile la situazione che subisce il popolo eritreo.

La giornata si chiude con l’appello per  l’appoggio della popolazione italiana alla lotta del popolo eritreo e all’unità dei popoli contro ogni forma di dittatura.

Miriam Garavello e Francesca Scarselli