Firenze

La parola adesso è presa

- 7 Luglio 2013

Una “convergenza antirazzista” per la costruzione di una manifestazione nazionale a novembre.

L’invito, fatto dall’associazione Prendiamo la Parola, era rivolto alle associazioni di migranti e di persone di origine migrante, le associazioni antirazziste e non solo, le organizzazioni laiche e religiose, i movimenti, sindacati e partiti. Lo scopo era fare una riunione per “definire e costruire collettivamente una manifestazione nazionale per condividere una battaglia di civiltà”. La data era stata stabilita per il 6 luglio, presso il dopolavoro ferroviario in via Alemanni, a Firenze.

Malgrado il caldo, le molte iniziative previste in questo fine settimana proprio in tema immigrazione, molti hanno risposto all’invito. Nella saletta infatti, le sedie erano tutte occupate e gli sguardi attenti mentre Mercedes Frias, presidente dell’associazione, introduceva la riunione e Edda Pando sintetizzava i punti su cui si sarebbe sviluppata. Il tutto si condensava in 3 domande secche: la disponibilità dei presenti a dar vita ad una convergenza di soggetti, la definizione dei contenuti su cui aggregarsi, le azioni da mettere in campo.

Per tutta la mattinata i presenti: esponenti di movimenti, associazioni, partiti e sindacati, ma anche semplici attivisti, si sono confrontati su questi temi. Nel pomeriggio sono state tratte le conclusioni che hanno portato a convergere sulla proposta rivolta anche ai tanti soggetti non presenti, di indire una manifestazione nazionale in autunno. Si tratta di un progetto che vuole essere di stimolo e aperto in modo da favorire lo sviluppo della coscienza civile, della difesa non solo dei migranti ma per la totalità dei cittadini. Nella quasi totalità degli interventi si è parlato di “necessità” di un percorso di convergenze perché ognuno dei soggetti, da solo è destinato alla sconfitta. Alcuni hanno sollevato la criticità nei rapporti con il governo, altri la necessità di acquisire credibilità e valore ottenendo quei risultati finora mai ottenuti. Si è giunti ad un punto di equilibrio definendo il “campo delle convergenze” come un terreno in cui nessuno deve rinunciare alla propria specificità e alla propria autonomia e in cui non si deve necessariamente trovare accordo su tutto.

Una caratteristica che è emersa da tutta la riunione è stato il tentativo di non guardare al passato ma bensì al futuro. Fare anzi tesoro delle esperienze del movimento antirazzista – molti dei presenti lo attraversano da decenni – per riprendere  gli elementi positivi e non ripetere gli errori commessi. Guardando i volti delle persone che parlavano – l’età media era eccessivamente alta e questo è stato segnalato come problema – c’erano i “reduci” della Rete Antirazzista creata nel 1995 su impulso di Dino Frisullo, per cui si è osservato un minuto di silenzio, al primo “Comitato Immigrati” fino ad alcuni degli ideatori del “Primo Marzo”.

Il bisogno che è emerso, partendo dalla frammentazione attuale, ma anche da alcuni principi che hanno sedimentato, è quello di creare un fronte compatto e unito contro il razzismo. Come è stato detto durante la riunione, bisogna dar voce a quella maggioranza silenziosa di persone che non sono razziste fino a “far amare l’antirazzismo” in Italia. Per fare questo, deve essere combattuto da un lato il razzismo istituzionale e quello che si è creato a livello popolare che viene definito il razzismo diffuso. Altro strumento fondamentale di cui si è iniziato a ragionare è la comunicazione, partendo tanto dalla necessità di raggiungere la grande stampa a quella di riuscire a  far passare i messaggi usando anche slogan di impatto. Per quanto riguarda i contenuti, rimane centrale la questione del lavoro, i diritti di cittadinanza, la legge sull’asilo, la libera circolazione.

Proprio in vista di questi obiettivi sono state invitate le realtà presenti a mobilitarsi a fare riunioni e iniziative nelle  proprie città di provenienza, per allargare il fronte degli aderenti e in modo da potersi ritrovare in un secondo incontro nazionale la terza settimana di settembre per organizzare la manifestazione nazionale a novembre. Per la prossima settimana sarà poi presentata una piattaforma che partendo da un’analisi della situazione riporterà i contenuti sopra riportati partendo dalla lotta al razzismo. L’appello sarà rivolto a tutte le soggettività democratiche e tutti i cittadini.

Edda Pando ha sintetizzato così la giornata: «Il bilancio è positivo sia per la partecipazione sia perché le associazioni intervenute hanno capito lo spirito. C’è convergenza sui contenuti. È una fase iniziale, si tratta di tornare ai territori per coinvolgere coloro che non sono ancora stati coinvolti. I prossimi appuntamenti saranno con l’assemblea de “l’Italia sono anch’io” a Cecina durante il Meeting Antirazzista e l’assemblea che ci sarà a Matera durante il festival della “Libera circolazione” il 19 luglio, dove porteremo la proposta per la costruzione della manifestazione nazionale prevista a novembre»

Durante l’assemblea è stata proprio Edda Pando a far notare come sia: «Necessario che si vada verso una creazione di nuovo orizzonte di società». Scopo nobile e determinante dato che c’è molto da fare in materia di immigrazione e unire (finalmente) la forze può essere la giusta maniera d’agire.

Francesca Materozzi