Lombardia

No pediatra per i figli di irregolari

- 7 Luglio 2013

Il consiglio regionale boccia la mozione che avrebbe garantito a tutti i minori il pediatra di base. Le dichiarazioni dei politici. Il commento dell’Asgi.

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha bocciato una mozione che avrebbe esteso l’assistenza pediatrica di base anche ai figli di immigrati senza il permesso di soggiorno. Presentata da Umberto Ambrosoli (Patto civico) recepiva le indicazioni della Conferenza Stato-Regioni del dicembre 2012, che mirano a uniformare le norme sull’assistenza sanitaria degli stranieri irregolari su tutto il territorio italiano. «C’è già l’attività quotidiana dei pronto soccorsi pediatrici che danno un servizio di eccellenza in forma totalmente gratuita», afferma Angelo Capelli (Pdl) nel motivare il no alla mozione. «È un no ideologico, per difendere la Bossi-Fini a discapito della salute dei bambini – replica Umberto Ambrosoli –. Già altre regioni hanno deliberato a favore: Lazio, Puglia, Calabria, Campania e provincia autonoma di Trento. La Lombardia ha perso una buona occasione». Per Fabio Pizzul (Pd) «con i pediatri di base ci sarebbe stato anche un risparmio di risorse, visto che i pronto soccorsi costano molto di più».

«Il voto contrario alla mozione presentata da Patto Civico e Partito Democratico, che chiedeva l’accesso alla pediatria di base ai bambini stranieri anche se privi di permesso di soggiorno, lede i diritti fondamentali dei soggetti già vulnerabili, viola il rispetto di obblighi nazionali ed internazionali, contrasta con le scelte operate dalla conferenza Stato Regioni» si legge in una nota dell’Asgi. «La scelta operata dal Consiglio Regionale lombardo ignora infatti che, come confermato da pronunce proprio del Tribunale di Milano, il minore non può mai essere considerato “irregolare” essendo comunque non espellibile ai sensi dell’art. 19 della legge italiana sull’Immigrazione. Inoltre, sia l’art. 35 dello stessa legge e la Convenzione Onu per i diritti del fanciullo all’art. 24 garantiscono il diritto di ogni minore di “beneficiare dei servizi medici” senza alcuna discriminazione, indipendentemente dalla loro nazionalità, regolarità del soggiorno o apolidia.
Infine l‘Accordo che la Conferenza Stato-Regioni ha recentemente elaborato proprio allo scopo di rendere uniforme ed efficace l’accesso dei migranti ai servizi sanitari su tutto il territorio italiano prevede il riconoscimento del pediatra di libera scelta anche per i minori senza regolare permesso di soggiorno.
La scelta della regione Lombardia è dunque in contrasto con tali norme; ma è anche una scelta miope e inefficiente, perché meno difficoltà nell’erogazione delle prestazioni e una precoce diagnosi delle malattie grazie alla maggiore prevenzione si traduce in costi inferiori per la Pubblica Amministrazione e permette una migliore salvaguardia della salute collettiva.

Ancor più fuori luogo e frutto di totale ignoranza delle norme sono poi le dichiarazioni rese ieri da alcuni politici regionali che hanno richiamato la questione della segnalazione degli irregolari da parte del medico: in proposito Asgi ricorda che ai sensi dell’art. 35 del T.U. sull’Immigrazione “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità” dunque a nessuno, sia esso pediatra, medico ospedaliero o chi altro, è consentito operare segnalazioni a seguito di accesso alle cure sanitarie.
Asgi, come ha già fatto in passato, promuoverà in tutte le opportune sedi, ivi compresa quella giudiziaria, tutte la azioni possibili affinché siano rispettate le norme nazionali e internazionali e sia tutelato il diritto alla salute di tutti, migranti compresi».

Fonti: Redattore Sociale e Asgi