Salerno

Un'offesa a san Matteo?

- 7 Luglio 2013

Il sindaco annuncia di voler costruire un centro di preghiera islamica e in città scoppia la polemica. Ad attizzarla, come da copione, Forza Nuova.

La richiesta di edificare una moschea è arrivata direttamente dalla comunità senegalese. Lo scorso 25 giugno, Serigne Khassin Mourtalla Mdacke, della Segreteria Generale Fondazione Mouridde Di Touba, città santa del Senegal, e Roberto Tatavitto, console emerito del Gabon in Italia hanno incontrato il sindaco Vincenzo De Luca per chiedere di fare un passo in più verso l’integrazione totale dei cittadini di fede islamica che vivono in città.

Lo stesso De Luca, dopo l’incontro, ha parlato di «importanti sviluppi del rapporto tra migranti senegalesi e comunità salernitana che dura, ormai, da molti anni». Ma la notizia ha suscitato le reazioni ostili (è un eufemismo) di quell’area politica che considera non necessaria l’edificazione di centri di culto non cattolici. Quindi si è palesata Forza Nuova. Il gruppo cittadino ha manifestato davanti al Duomo di Salerno contro la proposta ritenendo che «la costruzione di una moschea rappresenti un’onta nei confronti di Salerno e un’offesa verso San Matteo, patrono della città, evangelista e testimone dell’unica verità rivelataci da Gesù Cristo». «Salernitani, in alto i cuori, difendiamo le nostre radici cristiane e romane», hanno urlato gli esponenti del gruppo. Non sappiamo cosa ne abbiano pensato i salernitani, ma il sindaco non è sembrato troppo impressionato.
«Le polemiche sono inutili e io contro motivazioni stupide non reagisco – ha detto De Luca – La moschea è un luogo importante per la comunità di musulmani che vive in città. E si farà, soprattutto perché la libertà di culto è sancita dalla nostra Costituzione.
Al momento non ci sono ancora progetti cartacei, ma i tecnici del comune stanno studiando il luogo idoneo per prevedere l’innalzamento della struttura. – Non sarà uno scantinato in fondo a un palazzo – ha voluto sottolineare il sindaco – ma un edificio bello, inserito armoniosamente nel contesto architettonico salernitano». Alcune obiezioni sono state indotte da preoccupazioni di natura economica: quanto verrà a costare tutto questo? E chi sarà a pagare? Ma dal Palazzo di città è arrivata una risposta rassicurante. Il consolato senegalese sarebbe intenzionato a sovvenzionare i lavori accollandosi tutte le spese. «Se il progetto andasse davvero avanti saremmo felicissimi – ha raccontato Alioune Ndiaye, uno dei referenti della comunità senegalese di Salerno – Per ora preghiamo in un immobile comunale di cui ci accontentiamo, ma che non è organizzato e non è sufficiente per tutti». Sono oltre 400 i senegalesi che vivono tra Salerno, Lancusi, Baronissi, Pontecagnano e Bellizzi, e molti di più sono, invece, i migranti marocchini, tunisini e algerini. Tutti insieme, ogni venerdì, si incontrano in minuscoli garage adibiti a moschea, senza spazio per i tappeti, senza aria e con poca luce. «Non pretendiamo che venga innalzato anche il minareto – ha spiegato Alioune – e sappiamo che dobbiamo rispettare le regole del contesto in cui ci troviamo. Assicuriamo al sindaco la piena collaborazione».        Le parole del giovane leader arrivano all’indomani della chiusura alla proposta della moschea da parte del direttivo del circolo Salerno1 del partito “Società e famiglia” che si è detto contrario soprattutto perché «i centri di cultura islamica – scrivono – spesso si trasformano in centrali terroristiche». «Stupidaggini – ha commentato Anselmo Botte, della Cgil – Salerno deve avere la sua moschea, come tutte le grandi città italiane dove le pratiche religiose non hanno innescato alcuna scintilla fondamentalista». Il dibattitto è acceso e continua a coinvolgere sempre più persone, ma intanto sembra che Vincenzo De Luca vada dritto per la sua strada, come, del resto, ha sempre fatto tanto da guadagnarsi l’epiteto di sindaco “sceriffo”.

Bianca Senatore