Appunti di viaggio/1

La Carovana a Bologna e a Firenze

- 14 Luglio 2013

13 luglio, giornata molto intensa. Sul pulmino della Carovana salgono Mimmo ed Eliana.
Alle soste programmate si aggiunge quella presso il Centro Interculturale M. Zanarelli nel quartiere San Donato di Bologna, dove siamo accolti dall’Assessore Regionale Teresa Marzocchi, che aveva richiesto espressamente la sosta dei carovanieri a Bologna, dall’Assessore Comunale alle Politiche internazionali, Matteo Lepore e da Fausto, il coordinatore della struttura.
Il Centro è luogo di aggregazione e di messa in rete delle associazioni e per loro il passaggio della Carovana è un momento di incontro, una occasione per aggiungere la loro voce e virtualmente salire sul pulmino e andare verso Matera con noi.

Francesco, Nicola, Lorenzo presentano la Compagnia dei Rifugiati, composta da 50 componenti, in prevalenza rifugiati politici o richiedenti asilo, migranti ed italiani che hanno messo in scena uno spettacolo teatrale letteralmente ispirato a “Il violino del Titanic”, metafora della condivisione di risorse e strategie per scampare al naufragio.
Sanam e Cecilia recitano La poesia del viaggio della poetessa iraniana Forogh Farokhzad sulle due vite del migrante: quella prima di partire e quella che vive con noi.
Antonella e Rafia presentano il libro illustrato Il mio viaggio fino a te in cui le illustrazioni sono state disegnate da italiani con gli occhi dei migranti. Rafia dice che i racconti sono un grido di rabbia che vuole riportiamo durante le tappe successive e mentre parla va avanti e indietro per la sala, sguardo fisso a terra, volto teso da rabbia compressa quando esclama: «Come dire a mio figlio che quel bimbo che tiene per mano è figlio del “fascista” che ha offeso suo padre?»

Lella, in collaborazione con donne arabe, ha raccolto nel libro I saperi delle donne le pratiche tramandate da madre in figlia per la cura di sé ed hanno attivato un servizio di catering con prodotti a km 0. Hatiba è una delle collaboratrici e ci tiene a dire che le dispiace che le altre oggi non ci siano perché in Ramadam e che lei frequenta e collabora con il Centro perché vuole portare i suoi figli in un luogo sano e ribadisce che il suo compito è farli diventare bravi cittadini italiani.

Squilla il telefono, è la Ministra Kyenge che saluta i presenti.

Riprende Giulia che presenta il Festival Human Rights Nights in cui vengono presentati films e documentari con messaggi realistici, esempi di buona ed efficace comunicazione interculturale senza stereotipi e pregiudizi.
L’ultimo intervento è di Naziru: è seduto con la sua bimba in braccio che gli solletica la barba, gli tocca i capelli e, con sguardo dolce, si schermisce e le parla all’orecchio. Mette la bimba a sedere, si alza ed avanza con imponenza. La sua presenza riempie la stanza, inizia citando versetti del Corano sulla coltivazione che inneggiano Allah per aver mandato acqua sulla terra che esplode per contenere i semi che faranno nascere mais e grano che daranno cibo agli uomini. È la sapienza della natura: da una goccia nasce la saggezza della natura che ha inviato acqua sulla terra che fa vivere e che insegna che per dar vita a grandi cose basta una piccola, ma efficace, cosa.
Per questo lui ha impiantato e cura da quattro anni l’Orto dei Popoli da cui ricavano prodotti che utilizzano nel catering e che costituiranno gli ingredienti base per il pranzo che condivideremo insieme prima di riprendere il cammino.

Riprendiamo il cammino. Prossima tappa: Firenze.
Antonio, ormai conclamato Capo Carovana, dice che dobbiamo fare una deviazione perché c’è un pacco da ritirare.
Dopo tre giorni, le idee improvvise, vulcaniche ed alla fin fine valide, del nostro Antonio non ci stupiscono più, ma continuano ad incuriosirci.
Cosa sarà mai?
Ecco, trattasi di uno striscione che qualificherà efficacemente la voce della carovana con questo pensiero di Erri De Luca. Merita e vogliamo condividerlo con voi:

“Nei canali di Otranto e Sicilia,
migratori senz’ali, contadini di Africa e di Oriente,
affogano nel cavo delle onde.
Un viaggio su dieci s’impiglia sul fondo.
Il pacco dei semi si sparge sul solco,
scavato dall’ancora e non dall’aratro.
La terraferma Italia è terrachiusa.
Li lasciamo annegare per negare.”

Alle 19 la Carovana fa tappa a Firenze-Barchetto dove il Comitato della Rete Primo Marzo di Firenze ha organizzato un evento nel verde del Parco dell’Anconella. In fondo scorre l’Arno. È un lungo argine molto frequentato da ragazzi e giovani famiglie con bimbi piccoli, allegramente sdraiati sul prato che chiacchierano, giocano, mangiano. Nel gazebo difronte al palco allestito e su cui troneggiano i nostri due striscioni, sono disponibili stuzzichini per tutti i gusti, gentilmente offertici dagli organizzatori e noi, naturalmente, li proviamo tutti.

Manuela e Didier, che ci hanno accolto raccontano la loro esperienza e sono molto interessati al nostro viaggio, ci chiedono delle soste precedenti e ci presentano gli altri organizzatori e testimoni della serata.

Ha inizio il momento pubblico.
Apre Elisa che presenta la Carovana Ius Migrandi e dà la parola a Padre Daniele, uno dei fondatori della Rete 1° Marzo, e ad Antonio per la presentazione di obiettivi e senso della Carovana.
Si susseguono le testimonianze.

Didier dice che da bambino pensava che la libera circolazione fosse scontata e ricorda il passaggio nel suo paese del gruppo degli Ahoussa del Niger che transitavano in carovana con i cammelli e famiglie al seguito, al loro passaggio tutti aiutavano, davano acqua ed erano disponibili, è solo all’arrivo alla frontiera francese ed italiana che si è reso conto che, al suo passaggio, nessuno gli prestava aiuto e che non era libero di circolare.

Il tema della discriminazione e del razzismo ritorna nella testimonianza di Serge, che interviene in difesa di una donna ingiustamente accusata di aver segnato una macchina con la bici e che si sente pesantemente ingiuriato dalla guardia giurata della Coop, che intervenuto nel diverbio, senza saperne nulla, lo accusa e gli dice di allontanarsi altrimenti chiamerà i carabinieri. Serge, per nulla intimidito, li chiama lui e riesce persino ad avere le scuse del Direttore della Coop.

Micheline – una giovane minuta dall’aria dolce – si sente apostrofare brutalmente al parco: «Perchè tocchi quei bimbi? Metti giù le mani da loro» ( ed era la loro baby sitter) o le viene detto «Vestita così (all’africana) qui non vieni» o «negra, lascia il posto a noi». Micheline conclude con una domanda: «Perché non possiamo vivere insieme?»

Più brutale l’esperienza di Celestin, che esasperato dal dover sempre richiedere il visto di reingresso, blocca per protesta l’aeroporto di Firenze e nell’aeroporto di Roma interviene in difesa di un connazionale che ripete inutilmente alla polizia di essere cittadino italiano nonostante il colore della pelle, ma per i poliziotti, dice lui: «Un italiano è solo bianco, invece occorre accettare che gli italiani adesso sono bianchi e neri».

Francesca, giornalista, presenta il documentario Lampedusa 2011, nell’anno della Primavera Araba realizzato da Mauro Seminara. Scorrono immagini deprimenti di sassaiole, incendi, ammassi umani, che parlano da sole di sopraffazione, razzismo, lesione dei diritti umani e di situazioni che portate all’estremo rendono possibili azioni estreme ed impensabili, sia positive che negative; parlano anche di quali nefande conseguenze ci siano quando le istituzioni sono assenti o distratte.

Anche se la mezzanotte è passata da un po’ restiamo a parlarne.

Cosa accomuna Bologna e Firenze e connota le tappe odierne? Il viaggio ed il viaggiare: in senso reale e metaforico.
Qualunque viaggio implica l’andare, il muoversi verso una metà: sia essa un luogo da raggiungere o un obiettivo
Viaggiare implica incontrare persone, entrare in relazione con loro
Viaggiare implica un lasciare ed un prendere
Viaggiare implica essere liberi di circolare.

I Carovanieri