Siracusa

L'accoglienza in ospedale

- 14 Luglio 2013

Negli ultimi giorni, un boom di arrivi, tutt’altro che imprevedibile. Ma mancano gli spazi di accoglienza. E i diritti dei minori saltano.

«I migranti che sbarcano nella provincia vengono collocati presso un centro temporaneo di prima accoglienza creato presso l’ospedale  Umberto I di Siracusa. Il 7 luglio, il centro è stato visitato dalla parlamentare Sofia Amodio e durante la sua visita è emerso che non esiste una convenzione dell’ente gestore, la Clean Service, con la Prefettura», spiega Germana Graceffo, dell’associazione Borderline Sicilia. «Da quanto appreso, sembra che l’accoglienza venga predisposta attraverso dei provvedimenti di affidamento dei servizi di accoglienza a questa azienda privata operante nel settore delle imprese di pulizia, in forza di un verbale di affidamento del singolo ospite». Gravissima, inoltre, la situazione per quanto riguarda l’accoglienza dei minori non accompagnati. Al 7  luglio ne risultavano 25. «Secondo la circolare interministeriale del 24 aprile 2013 – emanata dal Ministero dell’Interno e dal Ministero del Lavoro – dovrebbero essere inseriti in strutture specifiche o essere inclusi all’interno di progetti Sprar», prosegue Graceffo. «Dalle informazioni reperite dalla nostra redazione nei giorni scorsi, risultano, invece, trattenuti e controllati “a vista”, in una stanza dell’Umberto I, piantonati dalle forze di polizia». Secondo la versione ufficiale, fornita agli operatori del progetto Praesidium, i minori, tutti egiziani, sarebbero tenuti in ristrettezza al massimo per 48 ore, “il tempo necessario alle operazioni di rimpatrio degli adulti egiziani”. Ma da altre fonti risultano trattenimenti di gran lunga maggiori. Si è parlato anche di un grave episodio in cui circa 10 minori sarebbero rimasti rinchiusi nella stanza per circa una settimana, per poi essere lasciati a contatto con gli adulti ospiti del centro per i due mesi successivi. Molti di questi giovani egiziani si sarebbero poi allontanati disperdendosi sul territorio nazionale.

La separazione fra adulti e minori è stata posta come assolutamente necessaria dalla prefettura, a seguito di una segnalazione, fatta pervenire a fine giugno scorso da Save The Children al ministero dell’Interno e alla Prefettura di Siracusa, sotto forma di diffida. L’organizzazione aveva raccolto dagli stessi minori testimonianze di violenze perpetrate in loro danno dalla popolazione adulta presente all’Umberto I.

Secondo Borderline Sicilia: «La gestione dello smistamento e dell’accoglienza dei migranti, ed in particolare dei minori stranieri non accompagnati, è portata avanti con soluzioni che non rispettano i diritti umani e violano in toto la normativa sull’accoglienza, in termini di standard e sicurezza, nonostante la cosiddetta Emergenza Nord Africa (con la quale il governo italiano aveva messo a punto delle procedure straordinarie in deroga alla legislazione vigente) sia cessata lo scorso 31 dicembre 2012».

Su pressione delle associazioni che operano sul territorio siracusano, oltre alla parlamentare Amodio si sono attivati il suo collega Giuseppe Zappulla, la parlamentare regionale, Marika Cirrone Di Marco, il neo assessore alle politiche sociali del comune di Siracusa, Liddo Schiavo, nonché il Garante dei diritti dell’Infanzia, Franco Sciuto. Mentre pubblichiamo, è possibile che i minori siano stati già trasferiti in strutture più idonee. Se le istituzioni si adopereranno per realizzare quanto promesso, occorrerà ancora premere perché per ciascuno venga aperta la relativa tutela. La “Consulta per gli Immigrati di Siracusa” ha chiesto, mediante un comunicato, l’istituzione presso l’ufficio affidi del Comune di un registro di famiglie di immigrati residenti di lungo periodo che si sono già messe a disposizione per offrire accoglienza ai minori non accompagnati. «Siamo certi – si afferma nel testo – che in questo modo si contribuirà alla creazione di un sistema di accoglienza “integrante” e al superamento dell’annoso problema della carenza di mediazione culturale nell’offerta dei servizi pubblici. La consulta ha selezionato alcune famiglie, disponibili fin da subito all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati allo stato privi di qualsivoglia tutela».

Stefano Galieni