Ritorni volontari

Un bando impraticabile

- 14 Luglio 2013

La Rete Rirva boicotta il nuovo bando del Viminale: non prevede gli standard minimi per un progetto di ritorno e il sostegno nei Paesi d’origine.

Il Ministero dell’Interno ha pubblicato nelle scorse settimane un nuovo bando per il Ritorno Volontario Assistito, che prevede solamente le spese di viaggio e una indennità individuale alla partenza per le prime spese al ritorno nel paese d’origine dai 200 ai 400 euro per migrante.
Una parte significativa dei ritorni volontari del prossimo anno saranno quindi finanziati da questo avviso che prevede ben 1.900 ritorni su due annualità. Un numero altissimo se si considera che i ritorni volontari assistiti che prevedono opportunità di reintegrazione non dovrebbero superare i 1.000 per lo stesso periodo.
I promotori della Rete Rirva (Rete Italiana per il Ritorno Volontario Assistito), che da anni lavora sul tema del ritorno volontario e che rappresenta più di 330 realtà della società civile e dei servizi ai migranti, pur apprezzando la scelta del Ministero dell’Interno di accogliere la direttiva rimpatri riguardo l’inclusione a tutti gli effetti dei migranti non regolari nei programmi di Ritorno Volontario Assistito, crede sia necessario prevedere standard minimi per tutti i progetti di ritorno, con un adeguato sostegno nei Paesi d’origine.
In questi anni di lavoro si è dimostrato che un adeguato sostegno alla reintegrazione deve essere parte integrante del Ritorno Volontario Assistito. Un’analisi ribadita anche nel contesto del workshop realizzato il 23 maggio a Roma alla presenza del Ministero dell’Interno, politici, operatore di settore e staff di progetto.
Questo bando è totalmente distante dalla nostra visione di ritorno volontario assistito e crediamo non risponda alle necessità dei migranti. E questo per due motivi. Il primo è che più volte, nel nostro lavoro, abbiamo dovuto fronteggiare lo scetticismo dei migranti convinti che in fondo le promesse di sostegno al ritorno non corrispondano al vero. Progetti in cui il sostegno nel Paese d’origine è carente, screditano lo strumento nel suo complesso, rendono i migranti (e gli operatori) diffidenti anche rispetto a progetti che invece hanno caratteristiche diverse.
Il secondo è che riteniamo non esistano migranti di serie A e di serie B. Pensare che alcuni migranti, nello specifico i migranti irregolarmente presenti sul territorio, debbano essere destinatari di interventi con finanziamenti minori risponde ad una logica per noi non condivisibile, oltre che poco efficace nel medio e lungo periodo.
Le nostre organizzazioni, Idee in Rete, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Oxfam Italia e Coop. Gea, non parteciperanno a questo bando, e invitano organizzazioni e forze politiche attente a questo tema ad avviare una riflessione in merito e sono disponibili ad un confronto costruttivo, anche a partire dall’esperienza maturata entro la Rete Rirva, con tutti i soggetti interessati.

Fonte: Cir