Appunti di viaggio

La Carovana a Sorrivoli

- 17 Luglio 2013

Padre Daniele, un missionario comboniano nonché il presidente dell’associaizone Giù le Frontiere, si aggiunge ai carovanieri.
L’appuntamento è al Castello di Sorrivoli, paesino sulle colline di Cesena. Arriviamo abbastanza presto, c’è tempo per un giro nel castello e respirarne l’atmosfera.
È immerso nel verde, vi si accede per una ripida stradina; dal grande portale si entra nell’ampia terrazza che domina la vallata. La sua posizione geografica: da una parte il mare, dall’altra i monti, la caratterizza come naturale punto di incontro fra visioni diverse che il parroco Don Pasquale ha assecondato facendone un punto di riferimento per persone, associazioni, gruppi che qui condividono spazi ed idee.
È un luogo vivo, abitato, con tante attività in corso: il ristorante, il bar, i laboratori, il magazzino/dispensa con i profumi dell’orto e i colori della frutta: fichi e pesche appena raccolti; la fresca, lunga e profonda cantina riadattata a sala incontri, la biblioteca con libri freschi di consultazione e segni.

Ci accoglie Don Pasquale che qui nel Castello ha la sua parrocchia e la sede delle attività parrocchiali e Sara del Centro per la Pace di Cesena che ha organizzato la giornata.

Il programma odierno prevede, a partire dalle 17: laboratori per bambini, proiezione di video, musica etnica e teatro con Roberto Mercadini.

Melmi, Fakri, Amin, Rachid, Chafik presentano il video L’Aquilone di Iqbal (visibile su you tube), realizzato in occasione della pubblicazione del libro Impronte: le orme delle parole, in cui raccontano il vissuto di essere adolescenti fra due mondi.

Il piazzale si anima, si apparecchiano tavoli, si diffondono profumi, si mangia, si canta, si balla. Tre lunghe tavolate non sono ancora occupate, ma non lo resteranno a lungo.
Alle 21, dalla porta del castello, entrano silenziosamente donne, bambini, uomini con ceste e scia di profumi: è la comunità islamica che rompe il digiuno insieme a noi. È il culmine della festa e dell’allegria.
Il lasciare “un posto a tavola”, il gustare insieme i dolci offerti dalla comunità islamica rendono percepibile il valore della differenza quando c’è rispetto reciproco: è la differenza che fa la differenza.

In un tavolo nelle vicinanze la Ministra Kyenge, il Sindaco di Roncofreddo, i Carovanieri.

Alle 22 la Ministra Kyenge sale sul palco per l’incontro con la cittadinanza.
Najet, Fatima, Hadj, Om Heni, in rappresentanza delle comunità locali, presentano messaggi sui temi della cittadinanza, della doppia appartenenza, della violenza anche domestica, delle difficoltà relative ai permessi di soggiorno: temi sviluppati nel Dossier che consegnano alla Ministra perché se ne faccia carico.

La Ministra ringrazia del Dossier ed evidenzia che l’iniziativa della Carovana dello Ius Migrandi, da lei caldeggiata prima ancora della nomina a Deputato e Ministra, ha proprio il significato di rendere visibile quello che fino ad allora era stato invisibile, di tendere un filo che collega una città all’altra, una persona all’altra, un filo che tesse reti.
Oggi la presenza dei migranti e dei loro figli è ben visibile: è un dato reale con cui fare i conti ed a cui dare risposte.

Diventare visibili, rispondendo alla violenza con la non violenza.

La Ministra prosegue affermando che se c’è qualcosa che può turbare i suoi sonni non sono certamente le continue offese di cui è oggetto, ma i due milioni di occhi dei figli di migranti che chiedono visibilità ed appartenenza e che si rivolgono a lei in quanto Ministra di quella Italia di cui vorrebbero diventare cittadini e che lei rappresenta per tutti, senza distinzioni.

Franca Capotosti per i Carovanieri