Numeri e trend

L'Asia in Italia

- 28 Luglio 2013

Rimesse per quattromiliardi di euro (nel 2011) e presenze in crescita. Gli immigrati di origine asiatica rappresentano una realtà sempre più rilevante.

Una doppia occasione quella che si è presentata giovedì 25 luglio presso l’Auditoriom di Via Rieti a Roma. MoneyGram, una delle società leader nei trasferimenti internazionali di denaro, presente in 198 paesi e il Centro Studi e Ricerche Idos (Immigrazione Dossier Statistico) hanno presentato il primo numero della nuova serie di una rivista storica negli studi di politica internazionale, “Affari Sociali Internazionali”. La nuova serie, tenendo conto delle mutazioni intervenute in Italia, intende concentrare la propria attenzione sulle tematiche connesse all’immigrazione ed il primo numero è di fatto un focus sulla presenza di cittadini di presenza asiatica in Italia. E se l’Ambasciatore Adriano Benedetti, già Direttore Generale Italiani all’Estero del M.A.E ha tracciato un excursus storico sui quaranta anni della precedente serie della rivista per precisare le ragioni di un nuovo corso. Franco Pittau, direttore dell’Idos ha introdotto i lavori moderando i relatori che si sono alternati alla presidenza.

Asia numeri e non solo Ginevra De Maio e Maria Paola Nanni, di Idos, hanno definito in termini non solo numerici le dimensioni delle comunità a cui ci si riferisce nel primo numero della rivista. Una immigrazione che si è modificata negli anni e in tutto il continente europeo. Se infatti negli anni Settanta giungeva soprattutto manodopera aggiuntiva nei servizi, oggi è in costante crescita il numero di persone presenti per motivi di studio o tirocinio, per lavoro autonomo, per ragioni dovute all’internalizzazione dei processi economici. Una modificazione che contiene due elementi strutturali: cresce già il numero di “cervelli” che rientrano nei propri paesi, soprattutto in India, dove il ritorno degli esperti informatici formatisi nella “Silicon Valley” volano per lo sviluppo dell’industria tecnologica. A seguire, per quanto riguarda l’Europa, i migranti asiatici costituiscono il secondo flusso continentale così come l’Europa rappresenta ormai per l’Asia la seconda maggiore destinazione dei flussi in uscita. In base agli archivi Eurostat, inevitabilmente incompleti, la presenza asiatica nell’Ue era ad inizio 2012 stimata in circa 4,1 milioni di persone, il 61% dei quali concentrato in Gran Bretagna, Germania e Italia.
In Italia si è passati in 20 anni ad un incremento di 9 volte delle presenze, 6 i paesi principali di provenienza: Cina, Filippine, India, Bangladesh, Sri Lanka e Pakistan. Diversa anche la composizione di genere che si riflette poi sulle nicchie economiche occupate, più forte la presenza maschile per chi arriva da Pakistan, India e Bangladesh, preponderante quella femminile in chi arriva dalle Filippine, ma molto forte anche fra cinesi e srilankesi.
I numeri snocciolati dalle 2 ricercatrici, sono rivelatori di numerosi fenomeni: una ripartizione territoriale in cui si evidenziano dinamiche di insediamento collettive, fermo restando che Lombardia e Lazio restano le regioni più attrattive, una forte presenza di “lungo soggiornanti” (quasi il 45% dei residenti), un alto tasso di scolarizzazione (120 mila minori asiatici iscritti). Sono circa 12 mila gli studenti di provenienza asiatica iscritti nelle università, un numero ancora basso ma in costante crescita che però rappresenta 1/5 degli universitari “stranieri”.

Negli anni della crisi La fase di stagnazione va colpendo anche comunità fortemente consolidate. Nel 2011 sono stati circa 73 mila i permessi di soggiorno non rinnovati ma, nonostante ciò, nel triennio 2008-2011 gli occupati asiatici sono cresciuti del 26,5% (fonte Inail), nel solo 2011 oltre 511 mila persone hanno sviluppato un contratto di lavoro, un settimo dell’insieme degli occupati immigrati. Tranne che per chi proviene dalle Filippine, dove il 59% dell’occupazione è femminile, nelle altre nazionalità si è partiti da una forte prevalenza maschile. Eppure, anche in virtù dell’esperienza migratoria, alcuni squilibri in tal senso si vanno ridimensionando. La ricerca Idos utilizza un termine “specializzazioni etniche” per definire le dinamiche di canalizzazione settoriale nel mondo del lavoro. Specializzazioni che hanno permesso ad alcuni di restare maggiormente al riparo dagli effetti della crisi, come nel caso del comparto agro alimentare e del settore della collaborazione domestica. Nel primo settore si è assistito, soprattutto grazie all’impiego di persone provenienti dall’India, ad una stabilizzazione e regolarizzazione dei contratti di lavoro, nel secondo, a fronte di una maggiore protezione dalla crisi, si registra spesso una condizione svantaggiata sia sul piano delle tutele che su quello dei salari. Chi paga invece in maniera molto accentuata gli effetti della recessione sono soprattutto coloro che sono impiegati nel ramo metalmeccanico ed edile, soprattutto pakistani e srilankesi. Tiene ma risente delle condizioni economiche, il campo manifatturiero con forte presenza cinese. Interessante come fra le reazioni propositive vada segnalata un incremento dell’attività imprenditoriale. Nel 2011 secondo fonti del CNA, c’erano oltre 36.000 titolari di impresa cinesi e circa 12.000 bangladesi, ma si tratta di dati in continua crescita dato il grande dinamismo asiatico. MoneyGram ha poi portato dati rispetto al peso delle rimesse. In Italia nel 2011 il 52% delle rimesse è stato inviato in Asia, quasi 4 miliardi di euro, con un aumento di oltre il 23% rispetto all’anno precedente, nel 2012 però si segnala un primo calo, dell’ordine del 4%, con alcune significative eccezioni: crescono ancora le rimesse cinesi e srilankesi, calano le altre, soprattutto quelle filippine.

E poi le storie Dietro le  cifre ci sono le storie di persone che si sono affrancate da vicende di subalternità e si vanno imponendo come figure che è erroneo definire del futuro ma attengono al presente. Non esempi, probabilmente elitès, ma avanguardie di un mondo globalizzato che a loro modo determineranno il rapporto fra quell’immenso continente e l’Italia, esperienze di chi si appresta ad affrontare, da punti di vista diversi, un mondo globalizzato e globalizzante in cui le relazioni e le identità sono complementari. Intanto il trailer di un documentario sulle seconde generazioni che stanno realizzando Giusy Buccheri e Michele Citoni, dell’associazione “Griò” dal titolo “Il futuro è troppo grande” Le storie di Re e Zhanxing, a tratti raccontati in altri che si autoraccontano: Lui vive con i genitori e la sorella, lavoratore estudente universitario, con grandi aspirazioni artistiche. Lei è laureata, vive sola, viene seguita mentre è in cerca di una definizione di sé che la porta verso le proprie origini. Due giovani in procinto di diventare adulti e una cifra narrativa in cui si coniugano frammenti scanzonati a riflessioni profonde e a tratti malinconiche. Per produrre il film si è avviata una campagna di crowdfunding, è possibile contribuire attraverso il sito www.produzionidalbasso.com. Con 10 euro e a progetto ultimato non solo si riceverà il Dvd ma il proprio nome figurerà fra i titoli di coda come coproduttori. E poi le persone in carne e ossa: non solo l’avvocato Lifang Dong (che abbiamo intervistato) ma Romulo Salvador, filippino, attuale consigliere aggiunto al Comune di Roma, che sta già lavorando in vista di un nuovo regolamento per r questa istituzione i cui eletti cambieranno alla fine del 2015, Jamil Ahamede, rappresentante di “Synergasia” una cooperativa culturale di interpreti, proveniente da una zona dell’India in cui si parlano 18 lingue distinte in due ceppi radicalmente diversi tanto da definirsi innanzitutto “mediatore linguistico”. Jamil, puntando anche il dito su una indifferenza delle istituzioni, si ostina a voler spiegare come anche il mercato del lavoro sia ormai pieno di interdipendenze e su questo terreno ritiene necessario muoversi. Assente per ragioni di lavoro Tito Anisuzzaman, gioielliere, membro effettivo della Cna di Arezzo (8 dipendenti di cui 6 connazionali del Bangladesh e 2 italiani) e che ha vinto il MoneyGram Award 2013, è risultato interessante ascoltare la voce carica di esperienzaa di Alex Van Arkadie, della comunità cattolica srilankese, che ha raccontato di come i propri connazionali, anche mentre in Sri Lanka infuriava la guerra civile, siano riusciti a mantenere legami e comune impegno:
«Noi cattolici al mio paese siamo solo il 7% della popolazione – ha raccontato – ma operando negli slums di Colombo ho imparato ad aiutare gli altri, indipendentemente dalla nazionalità e oggi lo faccio nella parrocchia che frequento nella periferia romana». E da ultimo Ejaz Ahmad, mediatore culturale del Forum per l’Intercultura e figura storica del movimento antirazzista romano. Ha parlato della sua storia di pakistano ormai perfettamente dentro dinamiche italiane, ha ricordato figure che hanno aperto la strada alla convivenza come monsignor Luigi Di Liegro e Dino Frisullo ma ha anche rivendicato la marcia in più che sembrano avere i cittadini migranti: «Nel mio paese facevo solo il giornalista – racconta – qui, oltre che scrivere, per vivere faccio il mediatore culturale e lavoro nei magazzini. Ma è un’altra la cosa che mi pesa: quando torno al mio Paese in aereo ci sono bambini miei connazionali che parlano nei dialetti italiani e giocano per passare il tempo con le carte napoletane. Quando facciamo scalo, salgono spesso con noi altri pakistani provenienti dall’Olanda. Il clima è lo stesso ma gli “olandesi” hanno il passaporto e noi no. Questo deve cambiare».

La conclusione dell’incontro è stata affidata a Natale Forlani, Direttore Generale Immigrazione e Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro che, con un intervento lungo e appassionato ha provato a demolire letteralmente tanti approcci superficiali alle politiche sull’immigrazione finora adottate. Una frase per tutte: «Si discetta di ius soli e ius sanguinis senza conoscere la realtà. La realtà è composta da quel 60% di persone ormai lungosoggiornanti a cui non capisco per quale ragione non vengano riconosciuti i diritti dei cittadini autoctoni».

Stefano Galieni