Verso il 18 dicembre

Nella stessa barca

- 23 Settembre 2013

Nasce un coordinamento nazionale tra associazioni.  Il primo obiettivo: preparare una grande manifestazione diversa.

«Tornare in piazza per rimettere nell’agenda politica i temi connessi all’immigrazione. Temi e problemi che fanno pienamente parte di quelli che attraversano la società italiana. Ma realizzare una piazza con altri protagonisti». L’idea di fondo per ora ruoto attorno ad una data, quella del 18 dicembre, (giornata internazionale dei diritti dei migranti) in cui si dovrebbe convocare – se ce ne saranno le condizioni logistiche e politiche – una manifestazione diversa da quelle che tradizionalmente vedono riempire le piazze. Una giornata in cui, accanto a testimonials di rilievo mediatico, ad essere protagonisti siano coloro che subiscono direttamente le conseguenze tanto del razzismo istituzionale quanto le forme di discriminazione derivanti dal mordere della crisi e da un impianto legislativo crudele, fallimentare, spesso xenofobo. Fare in modo insomma di non ridurre un incontro che si vuole pensare come momento comunicativo verso la società, ad una passarella di esponenti delle organizzazioni impegnati. Che si senta insomma la voce di chi può raccontare per esperienza diretta, come si vive in un Cie, come ci si spezza la schiena nella raccolta o lavorando in una casa, come si vive la condizione di rifugiato, che apartheid si prova costretti in un campo rom. Voci che dicano anche come questo Paese potrebbe cambiare, non solo per i 5,5 milioni di cittadini e cittadine migranti ma per tutti coloro che, come ha ricordato uno degli intervenuti, vorrebbero per tutti una vita e una società diversa. Questo l’obiettivo di Nella stessa barca, frutto di un’ assemblea che si è tenuta sabato 21 settembre a Firenze. Il secondo incontro dopo quello realizzato il 6 luglio scorso, è che stato caratterizzato da realismo e ambizione. Nel primo incontro l’assemblea, promossa dall’associazione composta da cittadini di origine straniera Prendiamo la parola aveva come obiettivo una manifestazione per l’autunno. Gli eventi politici nazionali e internazionali hanno indotto i partecipanti a ridefinire il percorso. Gli incontri realizzati nelle singole città nelle prime settimane di settembre, hanno delineato molte difficoltà alla mobilitazione ma, per nulla rassegnati, i soggetti presenti, singoli o in rappresentanza di realtà sociali, politiche, associative. Fra i presenti, che erano giunti da Bolzano a Catania, portando le specificità dei propri territori, anche chi non c’era a luglio e che si è prontamente aggregato. Tanti gli stimoli, dalla necessità di ricostruire memoria antirazzista a quella di riuscire a coinvolgere le nuove generazioni in una platea forse troppo adulta. E alla fine poche ma significative decisioni. Nella stessa barca (per indicare come destini e futuro di migranti e autoctoni siano legati e per richiamare a quanto sta accadendo in Sicilia) vuole essere uno spazio in cui la frammentazione spinta al parossismo che ha caratterizzato negli anni il movimento antirazzista e migranti trovi un proprio luogo comune di ricomposizione. Il coordinamento si pone come obiettivo di lungo respiro quello di creare uno spazio pubblico di discussione diffuso nei territori, magari con organizzazione su base regionale, in grado di relazionarsi con gli enti locali di prossimità, con le forze politiche e sociali disponibili al confronto e definendo proprie modalità di azione. È stato definito un “gruppo di contatto” nazionale, composto da 8 persone, approvato dall’intera assemblea e che dovrà rivolgersi alle grandi realtà nazionali per trovare la disponibilità a far entrare nella propria agenda i temi proposti dall’assemblea. L’assenza di comunicazione fra i singoli territori è stata messa a tema come questione da risolvere e su cui sono emerse interessanti disponibilità.  Per capire anche meglio se esistano le possibilità di realizzare in un lasso così breve di tempo, un simile appuntamento, ci sarà anche un primo passaggio di verifica. Il tessuto che intende aggregarsi attorno a questo coordinamento cercherà di far valere la propria piattaforma – testo del 6 luglio con integrazioni emerse – relazionandosi con i promotori delle manifestazioni che si terranno in ottobre (12, per la difesa della costituzione e del lavoro; 18, sciopero del sindacalismo di base; 19, per il diritto all’abitare). Non accodandosi in percorsi già delineati, ma giocando un proprio ruolo attivo.

Stefano Galieni