Milano

Dare un nome alle vittime

- 25 Novembre 2013

Un coordinamento internazionale per identificare e restituire un nome alle vittime dell’immigrazione: uomini, donne e bambini morti nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa. L’iniziativa è stata promossa dalla Croce Rossa Italiana, dall’International Committee for the Red Cross (Icrc) e dal Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontoiatria forense dell’Università degli Studi di Milano, ente attivo dal 1995 che ha come obiettivo quello di restituire un’identità ai numerosi cadaveri senza nome rinvenuti nel nostro Paese.
«L’esperienza maturata in questi anni a livello nazionale – spiega la direttrice, Cristina Cattaneo – ha spinto il Labanof a mobilitarsi anche nei confronti di altri Stati europei, nella terribile attualità delle vittime immigrate decedute durante il viaggio o negli stessi Paesi di approdo. Si tratta di uomini, donne e bambini che nell’immaginario comune, sono purtroppo già figure simili a fantasmi, anche da vivi, ma che questo non sono per i loro familiari che non smettono di cercarli».

Secondo i dati di Fortress Europe, sarebbero più di 19mila i migranti morti dal 1988 a oggi lungo le frontiere della Fortezza Europa. Mentre i dati dei deceduti sul territorio sono del tutti ignoti. Ricercatori del Labanof hanno cercato di capire se allora fossero presenti nei vari Paesi europei, delle banche dati relative ai cadaveri senza identità in grado di dare risposte a tali richieste. Purtroppo, si è riscontrata la quasi totale assenza di un coordinamento delle informazioni in tal senso.
Partner del progetto il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr) e la Croce Rossa Italiana con il suo Tracing office, restoring family links che opera per ristabilire i contatti tra le famiglie e i sopravvissuti, e dare supporto all’identificazione dei dispersi. Si tratta di un’attività strettamente correlata a quella delle autorità competenti in materia di indagini scientifiche e medicina legale, come le forze di polizia o i laboratori universitari.