Cie di Modena

Il limbo continua

- 1 Dicembre 2013

Il Cie di Modena è chiuso – ormai dal 14 agosto – ma per chi lavorava al suo interno la situazione resta complessa. Il Consorzio Oasi, di Siracusa, di cui sono ad oggi ancora dipendenti e che formalmente ha ancora l’appalto per la gestione del centro, ha comunicato al sindacato che rappresenta gli operatori, la Funzione Pubblica della Cgil, l’intenzione di prorogare la cassa integrazione straordinaria in deroga. Tale ammortizzatore sociale era già stato concesso per 3 mesi ormai scaduti e un ulteriore proroga non potrà che fermarsi entro il 31 dicembre. Difficile prevedere se potranno esserci altre proroghe e quindi almeno garantire ai momentaneamente inattivi, una seppur scarsa copertura economica. Considerata l’incapacità di pagamento da parte del Consorzio L’Oasi, i lavoratori si aspettano che sia la Prefettura di Modena, in qualità di committente, a sostituirsi al Consorzio e versare quanto dovuto, così come accaduto per tutti gli stipendi da novembre 2012 a giugno 2013. Ma a meno di interventi risolutivi da parte della Regione, al 31 dicembre chi è ancora dipendente del consorzio rischia di trovarsi senza alcuna copertura, in balia di quella che sarà la legge di stabilità. Nel frattempo gli operatori dell’Oasi non hanno ancora visto gli stipendi di luglio e agosto e hanno chiesto, ancora una volta, al prefetto di farsi carico della loro vertenza e delle loro spettanze. Una cosa pare certa, il Cie, ufficialmente chiuso per lavori di ristrutturazione ma la cui storia è stata da sempre molto travagliata, difficilmente riaprirà in tempi brevi. Difficile poi che a permanere sia lo stesso ente gestore. Il centro, voluto ai tempi in cui si chiamavano ancora Centri di Permanenza Temporanea, grazie ad una forte campagna securitaria è stato per anni gestito dalle Misericordie. Finì al centro di forti polemiche perché la convenzione presentata con la prefettura con l’allora presidente dell’ente, Daniele Giovanardi, fratello del più noto Carlo già presente in vari governi, stabiliva una spesa record pro capite al giorno per ospite di circa 72 euro giornaliere. Spesa insomma degna per un discreto albergo, ma le condizioni di vita degli “ospiti” erano simili a quelle dei centri del resto d’Italia. Una vicenda quella del centro modenese, che venne ben raccontata in una puntata del programma Rai Report che andò in onda il 18 aprile del 2004. Con la spending review del governo Monti e i tagli che sono seguiti, la gestione è passata a questo consorzio di Siracusa che aveva già stipulato una convenzione ora in fase di rescissione per il Cie di Trapani e che aveva preso in mano, sempre con offerte al ribasso, anche quello di Bologna. Costi bassi che hanno penalizzato tanto i trattenuti, che denunciano in ogni modo la gravità delle loro condizioni, che gli operatori, sovente non pagati. La malagestione ha fatto sì che anche a Bologna il Cie sia stato chiuso e la convenzione con l’Oasi dichiarata non prorogabile. Ma che il centro a Modena dovesse chiudere lo si era capito da molto. Così come una raccolta firme ha portato alla sua apertura una nuova raccolta, a 10 anni di distanza ne ha chiesto la soppressione, il sindaco attuale ne vorrebbe la trasformazione in una struttura di facilitazione al recupero per chi esce dal carcere, ma il Viminale, per ora, tace.