In questo numero

Fuori dal solito giro

Stefania Ragusa - 1 Dicembre 2013

Chi si somiglia si piglia, dice il proverbio. Questo vuol dire, per esempio, che le persone interessate all’intercultura o attive ogni giorno nella difesa dei diritti umani tendono a frequentarsi tra di loro. Cosa che può essere molto gratificante e utile, ma può avere un effetto collaterale insidioso: indurre a confondere il proprio sentire con quello dominante, a credere che il mondo ci somigli molto più del vero. Può spingere a pensare che certe informazioni – per esempio, che l’Africa è assai grande e per farsene un’idea non è sufficiente un safari o che la doppia appartenenza culturale è un atout e  non un handicap – abbiano raggiunto la maggior parte della popolazione. Poi, una sera ci si trova, per ragioni varie, fuori dal “proprio territorio”, e si scopre che certi complessi di ignoranza e/o superiorità rimangono gettonatissimi, indifferenti ai titoli di studio e alle opinioni politiche dichiarate. È un piccolo shock culturale, utile per aprire gli occhi: un giornale come Corriere delle Migrazioni, per servire allo scopo, deve uscire dalla propria area di riferimento e provare a raggiungere quell’ampia terra di mezzo, inconsapevolmente afflitta dai complessi di cui sopra e altrettanto inconsapevolmente (che non vuol dire innocentemente) complice dei razzismi professionali, a partire da quello delle istituzioni. Non è un’impresa facile. Noi, per riuscirci, mettiamo tutto il nostro impegno. Ma ogni lettore, nel suo piccolo, può aiutarci, parlando del giornale e cercando di portarlo fuori dal “solito” giro.

Nella notte di domenica, nel quartiere Macrolotto di Prato, un laboratorio tessile è andato a fuoco. Sono morte sette persone di nazionalità cinese e due sono gravemente ustionate. Una tragedia del lavoro e dell’immigrazione, che ci ricorda tra l’altro, come in fondo il Bangladesh, con le sue stragi nelle fabbriche di garments non sia troppo lontano. Prima di raccontarvi il numero di questa settimana, vogliamo mandare un pensiero a queste vittime che, ancora una volta, non sono “solo” cinesi ma appartengono a tutto il Paese.

E, adesso, passiamo al numero. Questa settimana c’è una forte presenza femminile e di questioni di genere. In apertura trovate un’intervista molto interessante e vari articoli di approfondimento, realizzati da Noemi De Simone, legati al tema delle modificazioni genitali femminili, che è una questione che riguarda tutti i paesi di immigrazione. Modificazioni invece di mutilazioni non è un refuso, ma una scelta ponderata. Leggendo l’intervista capirete perché. Sullo stesso argomento vi proponiamo il “ritratto” di un medico di origine somala da molti anni impegnato nell’eradicazione di queste pratiche. È l’estratto di un libro pubblicato dalla sottoscritta nel 2008. È datato ma rimane attuale.

Alessandra Ballerini ha compilato una sorta di classifica delle sfortune migranti. La posizione peggiore, argomenta, è quella delle migranti, donne, senza documenti e vittime di tratta. Francesca Materozzi e Gabriella Grasso ci propongono invece due interviste ad altrettante donne di grande spessore: l’attrice indiana Shabana Azmi e la scrittrice anglo-nigeriana Noo Saro-Wiwa, figlia di Ken.

Che senso ha uno Stato con 5 milioni di non-cittadini? È la domanda che si e ci pone Fabio Marcelli, responsabile presso il Cnr del settore giuridico del progetto Migrazioni. La sua tesi: “ricostruire” il Continente a partire dalla presenza migrante. Ce ne parla Stefano Galieni.

A Palermo ha chiuso il Laboratorio Zeta, un pezzo di storia di questa città, fatto di solidarietà con i migranti e i rifugiati, resistenza e impegno per i diritti umani. Ne scrive Amalia Chiovaro.

Da Copenhagen, Ilaria Sesana, ci racconta l’esperienza (positiva) della cosiddetta Casa del Trampolino, uno spazio – anche questo – di solidarietà con migranti e rifugiati e di impegno per i diritti umani.

L’ossevatorio Rom-anzi si occupa degli hate-speech contro i rom pronunciati dai politici di tutto il mondo, mentre la scor-data di questa settimana è la data di nascita dell’abbé Grégoire, sacerdote e rivoluzionario, difensore dei diritti dei neri e degli ebrei.

E poi ci sono, come sempre, le brevi e le altre rubriche. Buona lettura e buon inizio settimana!

Stefania Ragusa
direttore@corrieredellemigrazioni.it