Detenzione amministrativa

I Cie in parlamento

Stefano Galieni - 9 Dicembre 2013

parlamento-1-aSette mozioni sui Cie calendarizzate alla Camera per il pomeriggio di lunedì 9 dicembre. Dopo anni di silenzio rotti solo da disegni di legge e decreti in cui ci si limitava a rendere ancora più dure le condizioni di vita nei centri, le forze politiche provano a discuterne mediante differenti approcci. Ecco cosa chiedono le mozioni e su quali (sovente sulla base di enunciati distorti e privi di riscontro) si fondano. A portare i Cie in Parlamento ha contribuito di certo la  campagna LasciateCIEntrare e l’impegno costante di monitoraggio e denuncia da parte di giornalisti e associazioni come Medici per i Diritti Umani e Lunaria. L’insostenibilità e l’inutile crudeltà del sistema Cie sono state ampiamente documentate da studi e rapporti. Ma ad alcune forze politiche, in particolare, questa documentazione non è evidentemente pervenuta.

La mozione della Lega Nord, primo firmatario Giancarlo Giorgetti, chiede al Governo un impegno a:
rafforzare il sistema di detenzione amministrativa, ripristinando quanto prima le funzionalità dei sei Cie attualmente chiusi;
rendere effettivo il recepimento della Direttiva Rimpatri, procedendo in modo celere all’identificazione e rimpatrio dei clandestini presenti sul nostro territorio (sic) anche mediante il rinnovo e la stipula di accordi con i paesi di origine;
ad assumere iniziative per rafforzare e rendere effettiva l’intera disciplina dell’ingresso, del soggiorno e dell’allontanamento dei cittadini stranieri;
a scoraggiare qualsiasi forma di ingresso “facile” (?) nel nostro territorio, che incrementi il grave fenomeno della tratta degli esseri umani e ad adottare campagne di informazione, sia nei paesi di origine dei principali flussi immigratori irregolari, che nel nostro, per fornire precise informazioni circa la legislazione vigente in materia e la crisi economica presente in Italia;
attivarsi presso le istituzioni europee affinché venga introdotto il principio del burden sharing (la ripartizione fra gli Stati, dei profughi) nelle politiche relative ad immigrazione e asilo e sia rivisto il Regolamento di Dublino III, rafforzando le misure di controllo e pattugliamento nei confini soprattutto costieri;
a procedere alla stipula e rinnovo di accordo delle acque territoriali con i paesi di origine ma soprattutto con quelli dove vengono organizzati i viaggi clandestini, e dunque dove operano i trafficanti, al fine di scongiurare le partenze e le perdite di ulteriori vite umane.
La mozione considera le politiche del governo lassiste, critica l’assenza di cooperazione europea, esalta il successo delle azioni proibizioniste e suggerisce di prendere esempio dalla Gran Bretagna, dove, come almeno annunciato dal premier David Cameron, dal 1 gennaio 2014 si elimineranno i servizi di assistenza sanitaria gratuita a quegli stranieri che non sono in grado di dimostrare la permanenza regolare sul suolo britannico e si introdurranno sanzioni per chi offrirà un lavoro o una casa agli irregolari.

La mozione del Nuovo Centro Destra, primo firmatario Enrico Costa, chiede al Governo un impegno a:
dotare i Cie dei finanziamenti necessari per il loro corretto funzionamento e la loro messa in sicurezza;
garantire adeguati poteri e risorse al Capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, per gestire meglio i centri esistenti;
incentivare le politiche di integrazione dei migranti, legando il conferimento di permessi di soggiorno a rapporti di lavoro già esistenti, con la possibilità di prorogarne gli effetti di pari passo con la durata del rapporto di lavoro medesimo;
fare un monitoraggio congiunto dei flussi con i Paesi di provenienza delle imbarcazioni per rallentare le partenze e prevenire le tragedie del mare.

La mozione di Forza Italia, primo firmatario Rocco Palese, chiede al Governo un impegno a:
abbreviare i tempi di permanenza nei centri, a cui andrebbero garantiti standard di qualità elevati, omogenei e verificabili, improntati ai criteri di economicità ed efficienza;
offrire migliore assistenza sanitaria;
mettere in campo ogni strumento utile alla collaborazione con le autorità consolari dei paesi maggiormente interessati al fenomeno migratorio, semplificando i compiti dei funzionari diplomatici nell’organizzazione degli incontri con gli stranieri da identificare;
promuovere una politica di accoglienza europea, (anche qui burden sharing) prevedendo anche lo stanziamento di risorse europee per i Cie italiani, a fronte di una disponibilità del nostro Paese a farsi carico di una congrua parte dei profughi;
facilitare il ricongiungimento familiare ed il transito ai migranti che volessero fare richiesta di asilo in uno Stato diverso da quello di primo accesso alla Ue;
intervenire anche per favorire politiche di inclusione sociale, di lotta allo sfruttamento, di proseguire nel potenziamento degli uffici amministrativi competenti, affinché i permessi di soggiorno siano rilasciati e rinnovati nei tempi previsti dalla legge;
potenziare le sinergie con le regioni e gli enti locali, collaborando con l’associazionismo, nonché per sostenere ogni iniziativa di prevenzione della discriminazione razziale.

La mozione di Scelta Civica per l’Italia, primo firmatario Mario Marazziti, chiede al Governo un impegno a:
abolire il reato di clandestinità;
ampliare i canali di ingresso regolare, tutelare quello per ricerca di lavoro e introdurre meccanismi di regolarizzazione ordinaria;
garantire inserimento sociale, ospitalità e assistenza legale e psicologica ai profughi;
eliminare ogni norma restrittiva al normale ingresso di associazioni umanitarie e organizzazioni non governative nei centri, al fine di umanizzare le condizioni di vita e sostenere un clima di collaborazione fra i soggetti coinvolti.

La mozione del Partito Democratico, primo firmatario Sandra Zampa, chiede al Governo un impegno a:
ripensare radicalmente l’attuale sistema di detenzione amministrativa, con l’obiettivo di limitarne al massimo l’utilizzo;
rivedere il Testo Unico sull’immigrazione introducendo politiche migratorie atte a garantire effettive possibilità di ingresso regolare e di inserimento sociale;
intervenire sulla disciplina del periodo di permanenza, per il trattenimento nei Cie di persone vulnerabili o che non sono state identificate in carcere;
a dare la massima trasparenza alle procedure di identificazione; e, soprattutto, del rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona. Per i firmatari va rivisto il T.U. sull’immigrazione per rendere più accessibili le regolarizzazioni e gli ingressi legali e disciplinare il trattenimento solo come “extrema ratio”.

La mozione di Sinistra Ecologia e Libertà, primo firmatario Nicola Fratoianni, non fa riferimento solo ai Cie ma anche agli altri spazi (Cara, Cda, Cpsa) riservati alla detenzione amministrativa e chiede al Governo di impegnarsi a:
ripensare radicalmente l’attuale sistema;
assumere iniziative per riformare l’intera disciplina dell’ingresso, del soggiorno e dell’allontanamento dei cittadini stranieri;
ampliare i canali di ingresso regolare, garantendo l’ingresso per ricerca di lavoro, nonché l’introduzione di meccanismi di regolarizzazione ordinaria.

La mozione del Movimento 5 Stelle, primo firmatario Danilo Toninelli, chiede al Governo un impegno a: intervenire in modo strutturale e non emergenziale al fine di rendere omogeneo sul territorio italiano l’intervento di assistenza nei centri di identificazione ed espulsione e nei centri di accoglienza per richiedenti asilo, anche in relazione ai servizi di assistenza sanitaria ed alimentare nel rispetto delle culture delle persone ospitate (sic);

riformare  l’intera disciplina dell’ingresso, del soggiorno con eventuale inserimento lavorativo e della gestione dei flussi;
proporre presso gli organismi in sede di Unione Europea, che la problematica in questione contempli un’equa definizione di oneri e destinazioni finali che siano distribuiti proporzionalmente sull’intero continente per prevenire l’attività criminale, spesso connessa ai flussi migratori, in relazione alla tratta degli esseri umani; a gestire con la massima trasparenza i bandi di gara e a rendere pubblici gli esiti dei sopralluoghi effettuati nelle strutture attraverso il sito istituzionale del Ministero dell’Interno.

Se si eccettua la mozione presentata da Sel e in parte quella del Pd e di Scelta Civica, le altre sembrano fondate su informazioni lacunose che non consentono di affrontare in modo adeguato e puntuale la questione Cie. Per esempio, a più riprese si parla di crescita degli arrivi di cittadini migranti, quando ad arrivare sono soprattutto richiedenti asilo che considerano l’Italia un Paese di transito e puntano ad altre mete. Oppure si accusa l’Ue di lesinare sostegno all’Italia quando i dati dimostrano l’esatto contrario. In occasione della discussione,  la campagna LasciateCIEntrare, ha inviato ai parlamentari copia di un proprio documento politico dal titolo Mai più Cie (www.lasciatecientrare.it), in cui si lanciano proposte fatte proprie da un vasto schieramento.

Stefano Galieni