Carta di Lampedusa

Lavori in corso

- 9 Dicembre 2013

Lo scorso 29 novembre si è tenuta la web conference finalizzata alla realizzazione della Carta di Lampedusa, un documento di princìpi e intenti per tenere viva l’attenzione sull’isola frontiera d’Europa e su sbarchi e accoglienza.  All’incontro, promosso da Meltingpot Europa, hanno partecipato oltre 70 associazioni, italiane (ma altre potranno aggiungersi). La Carta comincerà ad essere istruita collegialmente attraverso uno strumento informatico, un apposito WikiBlog (in costruzione) in cui ognuno potrà fornire il proprio contributo. Quindi ci si incontrerà in carne ed ossa, dal 31 gennaio al 2 febbraio prossimi, a Lampedusa, per tirare le somme e stendere il documento definitivo. Gli organizzatori si stanno già attivando per la logistica dell’evento e hanno abbozzato un programma di massima: nella prima giornata ci si incontrerà con gli abitanti dell’isola, nella seconda, si definirà il corpus della Carta e nella terza si definiranno in assemblea plenaria le modalità di renderla operativa. All’appuntamento parteciperanno rappresentanti di organizzazioni sociali operanti non solo in Italia ma anche nei paesi del Nord Africa e nel resto del continente europeo. Non si tratterà di definire soltanto dei princìpi comuni ma un patto di lavoro che poi dovrà confrontarsi con le problematiche delle realtà territoriali. Nessuna velleità di ridurre ad una sintesi, modalità, approcci, ruoli estremamente diversi ma porsi obiettivi comuni: dalla revisione delle modalità di ingresso e di soggiorno in Europa alla ricerca di alternative alla militarizzazione inutile del Mediterraneo, dal proporre interventi rispetto alle condizioni di vita e di lavoro per chi si muove nel continente al rifiuto della detenzione amministrativa in tutte le sue forme. Ad inizio dell’anno nuovo si procederà con una ulteriore web conference per fare il punto sul lavoro svolto, con l’obiettivo di allargare il già vasto arco di forze coinvolte. L’intero percorso è considerato estremamente prezioso tanto dal tessuto sociale dell’isola (dal sindaco alle associazioni solidali) che hanno ravvisato l’urgenza affinché Lampedusa non resti isolata e si trovino le condizioni per fermare le morti in mare. Il 3 ottobre è, non solo per loro, una data di non ritorno di quelle che lasceranno il segno per molti anni.