Una mappa

L’Europa s’è destra

Stefano Galieni - 16 Dicembre 2013

destraLe aggregazioni politiche che considerano gli immigrati causa di tutti  i mali si diffondono in tutto il continente e per diverse ragioni. A due anni dalla strage di Firenze è utile capire cosa si muove fuori dai confini italiani.

Ormai sono partiti veri e propri che si avvicinano a posizioni di governo e in alcuni casi riescono a diventare egemoni. Passato il tempo delle piccole organizzazioni (che pure sopravvivono) il mondo della destra radicale in Europa resta complesso e articolato. Quella che segue è solo una mappa schematica delle realtà che in questa fase hanno maggior seguito. Le forze citate sono quelle che mantengono, all’interno dei loro programmi e della loro attività politica come nodo centrale, la lotta all’immigrazione e alla multiculturalità.

Austria. Attualmente ci sono due formazioni di carattere nazionalista e populista presenti in Parlamento. Complessivamente hanno 55 seggi, sono il Partito delle Libertà (Fpo) di Hans Christian Strache e l’Alleanza per il Futuro (Bzo), radicato soprattutto nella regione della Carinzia, regione d’origine del suo fondatore Jorg Haider, morto in un incidente stradale nel 2008.

Belgio. Una formazione storicamente presente, il Vlaams Belang (Interesse Fiammingo), con connotazioni separatiste e xenofobe, è stata nelle ultime elezioni superata dalla più presentabile Nuova Alleanza Fiamminga (Nva) di Bart de Wever, che reclama una maggiore indipendenza della regione delle Fiandre ma all’interno della Ue.

Bulgaria. Il partito Ataka (Attacco Unione Nazionale) nasce dalla fusione di tre diverse forze nel 2005. Ha fatto presa soprattutto fra gli ex militari, si caratterizza per l’avversione all’ingresso della Turchia in Europa, per l’antiziganismo e ad oggi ha 23 seggi in parlamento col 7,3% dei consensi. In calo nonostante la contemporanea debacle delle altre forze di destra.

Danimarca. Il Partito Popolare Danese (Df) guidato dall’euroscettica Pia Kjaersgaard ha ottenuto 22 seggi (12,3% dei voti) nelle ultime elezioni politiche. In calo, nonostante i risultati ottenuti per ottenere politiche restrittive nei confronti dell’immigrazione, ha mantenuto una posizione di appoggio esterno al governo di centrodestra.

Finlandia. Il Partito dei Veri Finlandesi (Perussuomalaiset) frutto della dissoluzione del Partito Rurale, nelle ultime elezioni ha ottenuto il 19,1% dei consensi e 39 deputati, divenendo il terzo partito nazionale. Il suo leader è Timo Soini, fautore del ritorno alle «tradizioni silvane».

Francia. Il Front national (Fn), dopo aver conosciuto alti e bassi nella sua intensa storia, oggi, sotto la guida di Marine Le Pen, figlia del fondatore Jean marie, potrebbe anche diventare il primo partito politico francese. A detta dei sondaggi è accreditato al 22% dei consensi.

Grecia. Alba Dorata, il cui nome completo è Lega Popolare – Aurora Dorata, nasce negli anni Novanta ma solo recentemente è entrata in Parlamento. Nelle elezioni del 2012 ha registrato un lieve calo scendendo a 18 deputati rispetto ai 21 delle precedenti elezioni. Registra consensi soprattutto nelle località in cui è più alta la presenza di rifugiati e immigrati irregolari, contro cui organizza veri e propri raid. Secondo inchieste ha membri anche all’interno delle forze dell’ordine, nel programma e nella simbologia è fortissima l’influenza della cultura fascista e nazista. Non è permessa l’iscrizione al partito ai “non ariani”.

Norvegia. Una crescita difficile da interpretare quella registrata dal Fremskrittspartiet (Partito del Progresso), guidato da Siv Jensen. Ha ottenuto alle ultime elezioni il 26,8% dei voti con 48 seggi e per la prima volta nel paese scandinavo è divenuto fondamentale forza di governo.

Olanda. Nato sulle ceneri della formazione di estrema destra e anti-Islam guidata da Pim Fortuyn, ucciso nel 2002, il Partito delle libertà (Pvv) di Geert Wilders è oggi il terzo partito olandese.

Regno Unito. Principale e storica forza è il British National Party (Bnp) di Nick Griffin, che ha eletto due parlamentari a Strasburgo. La sua crescita ha spostato a destra anche le altre forze come il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito (Ukip), che di parlamentari europei ne ha 12 e che punta però soprattutto sull’euroscetticismo, non dimenticando le restrizioni all’immigrazione.

Romania. Il Partito della Grande Romania, (Partidul România Mare), nonostante il calo di consensi che lo ha portato fuori dal Parlamento nazionale, conta tre europarlamentari. Nel 2007, a causa delle dichiarazioni dell’onorevole Alessandra Mussolini, relative al popolo rumeno, ha rotto col gruppo della destra estrema in Europa. In Romania si caratterizza come: patriota, difensore della cristianità, avverso ai ladri e ai rom.

Slovacchia. Nelle recenti elezioni del 24 novembre un candidato neonazista ha vinto le elezioni regionali diventando governatore della regione di Banska Bystrica. Si tratta di Marian Kotleba, presidente del Partito nazionale solidarietà slovacca, noto per i raduni anti rom, messo fuori legge in passato per razzismo e successivamente reintegrato.

Svezia. Nel settembre 2010 le urne hanno premiato i Democratici Svedesi (Sd) di Jimmi Akesson con il 5,7% dei voti che hanno garantito loro 20 seggi, risultato senza precedenti per la destra più estrema in Svezia. Il partito fonda il consenso sulla lotta contro l’islamizzazione del paese e la presenza dei rifugiati.

Svizzera. Dal 2003 il primo partito della Confederazione è l’Unione democratica di centro. Ha ottenuto grandi consensi su due referendum di iniziativa popolare: la proibizione di costruire minareti ed il rimpatrio automatico degli stranieri che commettano crimini sul territorio elvetico. Il partito ha subìto nel 2008 la scissione di una componente più moderata

Ungheria. Il partito Jobbik (Partito per un Ungheria Migliore) nell’aprile scorso è entrato in Parlamento come terza forza politica del paese con il 16,7% dei voti e 47 seggi. Ostile a Israele, tanto che i suoi militanti usano indossare kefiah palestinesi, è apertamente xenofobo, omofobo e anti-rom. Ha anche 3 rappresentanti a Strasburgo ed è all’opposizione di un governo di destra.

Anche gli altri paesi europei non sono immuni, seppur in maniera minore, dalla crescita di queste formazioni fondate sulla xenofobia. In Germania, soprattutto nei lander dell’est, è presente il Partito Nazional Democratico Tedesco (Npd) che può contare 16 rappresentati tra i parlamenti regionali della Sassonia e del Meclemburgo-Pomerania Anteriore e non fa mistero del rimpianto nazista. Nel filone nostalgico rientra anche in Spagna, Democracia Nacional che ha eletto alcuni consiglieri comunali. In crescita, ma ancora priva di forte rappresentanza, in Polonia il gruppo Rinascita Nazionale Polacca.

di Stefano Galieni