Germania

Omicidi in camicia bruna

Stefano Galieni - 16 Dicembre 2013

Per ora, nella prima fase del processo che si sta tenendo a Monaco, gli omicidi accertati sono 10. Ma, alla fine, potrebbero risultare molti di più. I media avevano parlato di una banda del kebab perché a essere colpiti erano quasi esclusivamente cittadini di origine turca o orientale. Ma, a quanto pare, la faccenda è più complessa e più ampia e potrebbe essere collegata a ben 756 casi irrisolti di omicidio e tentato omicidio registrati in Germania negli ultimi 20 anni. È stata infatti aperta un’inchiesta per accertare se questi delitti, avvenuti tra il 1990 e il 2011, e cioè tra la riunificazione di Est e Ovest, siano riconducibili alla cellula neonazista Nationalsozialistischer Untergrund (Nsu), la traduzione di un poco rassicurante “Clandestinità Nazionalsocialista”. Solo 2 anni fa si sono collegati alcuni delitti e questo ha costretto le autorità tedesche a rivedere l’operato dei servizi segreti su reati legati a gruppi di estrema destra. Almeno 200 gli affiliati a quella che sembra essere una vera rete terroristica, la conferma è arrivata dal ministro dell’Interno di Berlino, Hans-Peter Friedrich. Le persone ufficialmente indagate sono 5, ma non si escludono nuovi arresti. Due membri ufficiali del gruppo si sono suicidati in circostanze misteriose il 4 novembre scorso, dopo una rapina di autofinanziamento riuscita male.

Il governo federale tedesco ha istituito una commissione di inchiesta su quello che è ormai definito “terrorismo bruno”; dai primi lavori emerge l’ombra di un fenomeno ramificato e che mantiene ambigue relazioni con gli apparati di sicurezza. Il Ministro dell’Interno e il Capo della Polizia hanno confermato il sospetto che l’omicidio di una giovane poliziotta ad Heilbronn, nel 2007, possa essere stato il frutto di una vendetta trasversale: la vittima sarebbe stata uccisa dall’Nsu per colpire alcuni membri della sua famiglia, collegati ad un altro gruppo neonazista concorrente. Inchieste giornalistiche e giudiziarie. Ma c’è altro: nell’appartamento preso in affitto da tre membri della cellula Nsu di Zwickau, responsabile dell’uccisione di almeno 9 cittadini stranieri, sono stati trovati 2 passaporti falsificati con le stesse tecniche utilizzate dai servizi tedeschi. Per molto tempo le indagini relative a questi delitti si sono orientate verso un presunto regolamento di conti fra organizzazioni criminali straniere. Secondo quanto riportato dal quotidiano Frankfurter Allgemeinen Zeitung, un agente dei servizi segreti esperto di contrasto ai movimenti neonazisti, fu testimone dell’omicidio del 21enne turco proprietario di un internet-caffè, nell’aprile del 2006. Sempre secondo il quotidiano, l’agente venne rintracciato solo una decina di giorni dopo l’omicidio. La sua testimonianza fu reticente e depistante tanto da farlo sospendere dal suo incarico. Poco dopo si interruppe la catena di omicidi di cittadini stranieri proprietari di attività commerciali, mentre ripresero le rapine ai loro danni. Quest’ultimo aspetto è stato posto in rilievo da un altro quotidiano che si è interessato al tema: Bild. Interessanti anche le dichiarazioni, da verificare, dell’ex capo del controspionaggio del Lander della Turingia Helmut Roewer, secondo cui, in passato, le istituzioni avrebbero versato ingenti somme di denaro ai dirigenti dell’estrema destra per convincerli a divenire informatori dei servizi. Difficile capire a quanto corrispondano al vero tali affermazioni (Roewer lavora oggi per una casa editrice vicina all’estrema destra) ma si elencano le somme versate ad un leader del Npd (Partito Nazionaldemocratico Tedesco) e al suo vice. Il primo avrebbe operato come informatore, il secondo alla realizzazione del movimento Thuringer Heimatschut (Difesa della Patria in Turingia), responsabile di aggressioni e pestaggi a immigrati fino a quando non ha scelto la clandestinità con il passaggio di suoi militanti alla Nsu. Sempre dalle pagine, finora non smentite del quotidiano Bild, si afferma che solo in Turingia fra il 1994 e il 2000 ai neonazisti furono versati l’equivalente di 1,5 milioni di euro. Sono emersi anche elenchi con oltre 10 mila nomi di persone, considerate di sinistra, da controllare.

Recentemente è stata accolta con sdegno la dichiarazione del Ministero della Giustizia secondo cui nel governo si sta predisponendo il risarcimento di 10 mila euro da erogare ai familiari di ogni vittima del terrorismo bruno. Una cifra ritenuta ridicola. Da almeno 13 anni intanto, sono in corso procedimenti per mettere fuorilegge l’Npd, presente con propri rappresentanti in alcuni parlamenti locali, anche Angela Merkel ha ripreso ufficialmente tale progetto. Questo partito non ha mai superato la soglia del 5% necessaria per entrare nei parlamenti dei Lander. «Gas geben», ovvero dare gas, come ad Auschwitz campeggia nei loro manifesti, come risposta ad ogni problema reale o presunto da affrontare. Ovviamente i problemi sono gli stranieri residenti nel paese, circolano anche videogames in cui si vince in base a quanti più turchi o non comunitari espelli. Torna poi prepotente l’antisemitismo. Considerate per la maggioranza dei tedeschi, inaccettabili criminali, queste per ora piccole forze, che raccolgono consensi soprattutto nei Lander dell’Est, sono comunque un pericolo quotidiano da cui è difficile difendersi e che sembrano godere di appoggi inquietanti nelle forze dell’ordine.

Stefano Galieni