Salvare D.S.

- 23 Dicembre 2013

L’associazione Senzaconfine, fondata tanti anni fa da Dino Frisullo, uno dei veri padri dell’antirazzismo italiano, sta dando risalto ad una vicenda verificatasi a Bella Istambul Kebab, un negozio aperto da pochi mesi da un rifugiato kurdo che prudentemente si firma con le proprie iniziali, D.S.. L’attività a Cisterna di Latina, nel basso Lazio, è da tempo oggetto di attacchi di una banda di giovani razzisti locali. Tre volte in due mesi, l’ultima sabato 14 dicembre, quando una trentina di uomini, presumibilmente fra i 30 e i 35 anni, si sono presentati al negozio urlando insulti di carattere razzista e minacciando di dar fuoco al locale. La banda sembra non nuova a simili comportamenti, secondo alcuni residenti è responsabile di varie aggressioni a cittadini stranieri nella zona. Poco prima di entrare nel negozio avevano appena picchiato due immigrati. Secondo la banda D.S. deve chiudere ed andarsene, nessun altra soluzione. D.S. ha investito tutti i suoi risparmi in questo progetto di vita e non vuole vederselo portare via, in una zona del paese in cui è difficile comprendere il confine fra bande razziste e criminalità organizzata, ha deciso di comportarsi da cittadino e ha chiesto alle istituzioni di non essere lasciato da solo. Lo ha fatto con una breve lettera al sindaco che qui alleghiamo. L’associazione Senzaconfine ( ass.senzaconfine@gmail.com) chiede di inviare comunicati di solidarietà scrivendo alla propria associazione o recandosi direttamente a Bella Istanbul Kebab, piazza Amedeo di Savoia 3, Cisterna di Latina.

Gentile sindaco Antonello Merolla,

Mi chiamo D. S., sono kurdo, rifugiato politico in Italia da più di dieci anni. Sono titolare – insieme a due soci – di un negozio di kebab/pizzeria nella città da lei amministrata, Cisterna di Latina, e come forse saprà la sera di sabato 14 dicembre il nostro negozio BELLA ISTANBUL KEBAB in piazza Amedeo di Savoia 3 è stato vittima di un’aggressione violenta da parte di più di 30 persone che hanno minacciato me, i miei soci e i lavoratori del locale, i clienti; hanno inoltre distrutto alcuni arredi gridando insulti razzisti e minacciandoci di tornare per incendiare tutto se avessimo fatto denuncia.
Ma siamo cittadini onesti, lavoriamo duramente, e non ci stiamo a subire intimidazioni e violenze senza motivo contro di noi, in quanto stranieri: per questo abbiamo denunciato pubblicamente e alle autorità preposte quanto accaduto. Ora non vorremmo essere lasciati soli. Per questo la invitiamo a visitare il nostro negozio, a mangiare con noi, a ascoltare quanto accaduto: per far sì che mai più atti di questo genere mettano a rischio un’attività economica che porta anche benessere economico alla città, oltre che favorire la pacifica convivenza fra cittadini di provenienza diversa. L’aspettiamo!
La ringrazio per l’attenzione,