In questo numero

Era ora che qualcuno lo facesse

Stefania Ragusa - 23 Dicembre 2013

Era ora che qualcuno lo facesse. Quando abbiamo saputo che Khalid Chaouki aveva deciso di non muoversi dal Cpsa di Contrada Imbriacola per protestare contro le illegalità di Stato – che all’interno di questa struttura di pseudo accoglienza si perpetuano da anni – è stato questo il nostro primo pensiero. Era ora che qualcuno lo facesse e che l’autorevolezza e il prestigio derivanti dall’essere parlamentare venissero usati per combattere una battaglia  giusta.

Il secondo pensiero è stato che Khalid a Lampedusa, assieme agli “ospiti” che si cucivano la bocca a Ponte Galeria (in contrapposizione a un’ospitalità perversa e tutt’altro che ospitale) volevano dire, per noi, ribaltare completamente il giornale che avevamo progettato e stavamo mettendo on line. Volevamo fare un numero natalizio dedicato solo alle good news e a pochi e mirati “consigli per gli acquisti”. Ma ubi major minor cessat. E ciò che sta accadendo in queste ore ha un’importanza decisamente maggiore. Stefano Galieni è stato a Ponte Galeria, dove ha incontrato i protagonisti della protesta. A distanza, ma sempre con la massima partecipazione, sta seguendo le azioni di Khalid. Di entrambe le cose parla nella nostra apertura.

Accanto a questo suo articolo, in ambito Cie, abbiamo deciso di pubblicare la riflessione di Lunaria, l‘appello al governo dei Medici per i Diritti Umani e la lettera aperta che Progetto MeltingPot ha indirizzato a Chaouki. Sono testi a nostro avviso assai condivisibili e che pongono questioni essenziali.

Nella parte alta della nostra homepage troverete i consigli per gli acquisti e per il tempo libero: un libro per bambini e adulti che viene dal Messico, parla di Migranti ed è una piccola e preziosa opera d’arte; la mostra del grande fotografo afroamericano Gordon Parks in corso a Roma; il cd Atse Tewodros Project, realizzato da Gabriella Ghermandi, che contiene i canti partigiani etiopi risalenti all’occupazione italiana; il calendario del collettivo di fotografi Fotosocial, a cui appartiene anche il nostro web master Antonio Tomeo.

Le good news o storie a lieto fine sono tutte scivolate al piede dell’homepage, dove di solito trovate le brevi. Cristina Sebastiani ci racconta del congolese Denis e di un permesso di soggiorno che sembrava impossibile e si è invece materializzato sotto i suoi occhi. Sergio Bontempelli di una soluzione a costo zero che ha permesso a un gruppo di profughi di trovare finalmente casa. Ilaria Sesana ha intervistato Piero Basso, primo presidente della cooperativa Dar Casa, che in poco più di vent’anni di vita è riuscita a risolvere, a Milano, le difficoltà alloggiative di moltissimi stranieri. Sempre Ilaria, ma dalla Bulgaria, ci parla di quattro giovani che si sono messi in gioco per accogliere  in modo degno i profughi e, per questo, hanno ricevuto anche un prezioso riconoscimento. Amalia Chiovaro ha raccolto la testimonianza di Kerene, sopravvissuta a un naufragio da bambina e autrice di un racconto premiato al concorso Lingua Madre. Stefano Galieni, infine, tratteggia il ritratto della brasiliana Claudileia, trapiantata a Roma e scrittrice.

In questo numero non troverete le nostre abituali rubriche che torneranno con l’anno nuovo. In settimana però inseriremo la Scor-Data e la nuova puntata di Allo Scoperto, dedicata alla vita e ai problemi dei migranti impegnati nella vendita dei libri per strada. E continueremo, ovviamente, a monitorare quel che accade sul pianeta Cie. Insomma: fingeremo di stare in vacanza. Arrivederci a lunedì 6 gennaio.

Per quel che si può: Buon Natale e buon anno! Ma anche un grazie sincero a tutti i nostri lettori, ai nostri collaboratori e al nostro editore, l’associazione Giù le Frontiere: senza di voi, senza di loro non saremmo arrivati sin qui.

Stefania Ragusa  direttore@corrieredellemigrazioni.it