Europa

La Grecia rimpatria coi soldi di Londra

- 24 Febbraio 2014

Il governo britannico ha lanciato un programma da due milioni di sterline destinato alla Grecia per assistere il rimpatrio volontario di 1.500 migranti provenienti da Africa, Asia e Medio Oriente. Il programma sarà attuato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), in collaborazione con il ministero dell’Ordine pubblico greco e finanziato dal governo britannico. L’ambasciata britannica ha presentato il programma ad Atene, come parte di uno sforzo per frenare il flusso di immigrati nel Regno Unito. «La nostra valutazione è che il Regno Unito resta un paese di destinazione finale per molti dei migranti irregolari in Grecia», ha detto l’ambasciatore britannico, John Kittmer. «Il finanziamento del Regno Unito per questo programma è in definitiva per ridurre l’immigrazione illegale nel nostro paese, ecco perché stiamo collaborando con il governo greco, in quanto affronta la sfida costante dell’immigrazione irregolare», scrive il quotidiano The Guardian.

Questo programma è realizzato anche con la partecipazione dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), con l’obiettivo che gli immigrati siano rimpatriati in Pakistan, Afghanistan, Iraq, Iran, Bangladesh, Marocco, Egitto, India, Nigeria e Sudan. Minori non accompagnati, per lo più dall’Afghanistan, famiglie monoparentali e immigrati con esigenze mediche, dovranno tornare nel loro paese nei prossimi due anni. Il programma, inoltre, assiste il rimpatrio volontario di circa 30 vittime della tratta di esseri umani, per lo più cittadini Ue dell’Europa orientale e centrale.
Con la Grecia che sta vivendo la sua peggiore recessione dalla seconda guerra mondiale, sempre più migranti hanno volontariamente scelto di lasciare il paese, più che in qualsiasi altra nazione europea. «Circa 18.500 ritorni sono stati effettuati attraverso diversi programmi negli ultimi tre anni – ha detto Laura Thompson, vice direttore generale della Oim – in parte a causa della crisi e della mancanza di opportunità di lavoro, i migranti hanno capito che non vi è alcuna possibilità di vivere in un altro paese europeo».