Primo Marzo

Da Palermo

Alberto Biondo - 4 Marzo 2014

Per il quinto anno consecutivo si è “celebrato” il Primo Marzo a Palermo.

Giornata molto intensa in cui il movimento nato dal basso, proprio cinque anni fa, rivendica l’orgoglio di essere migranti.

Per quest’anno non abbiamo organizzato un corteo, ma abbiamo voluto incontrare e far incontrare numerosissimi studenti e giovani che hanno gremito l’aula magna del liceo classico Vittorio Emanuele II.

Giovani e meno giovani, adolescenti e minori stranieri non accompagnati, tanti colori e culture presenti per affermare e ribadire che “l’essere migranti non è e non deve essere una connotazione negativa”, anzi la diversità è solo una ricchezza!

A Palermo siamo partiti facendo memoria della strage del 3 ottobre, in cui morirono uccise da leggi ingiuste e razziste 368 Persone, 368 cittadini di questo mondo, 368 nostri fratelli, 368 nostri figli.

Yohaness Gebremesklel membro della neonata Associazione che riunisce i familiari delle vittime della strage, ci ha fatto rivivere dal suo racconto l’atrocità di quelle ore, ma soprattutto denunciato il grave immobilismo delle autorità competenti, che oggi, dopo 5 mesi dalla strage, ancora non ha dato risposte adeguate alle mamme o ai fratelli che aspettano di avere la possibilità di “piangere” il proprio parente morto a pochi metri dal nostro naso. Yohaness ha confermato che il comitato spingerà per creare un data base (tramite Dna) per avere il diritto di identificare i propri cari.

È stata l’occasione per dire ai ragazzi presenti che è importante che “scendano” in campo contro ogni forma di discriminazione e di razzismo, di lottare contro i pregiudizi e le intolleranze che rendono una società più povera.

Una società che oggi ha gravi problemi di accoglienza, in cui la diversità sembra un aggravante e non una ricchezza, e che si basa soltanto sul potere economico, sulla capacità di dare un ritorno in soldi al sistema che controlla gli “ingressi”; oggi un euro vale molto di più di un bambino!

I relatori intervenuti hanno sottolineato che migrare è un diritto e non si possono continuare ad erigere muri che hanno soltanto il risultato di creare difficoltà a chi non ha la possibilità di “pagare” per un visto; migrare è un diritto di ogni uomo, il mondo non è dell’occidente o meglio, di un sistema occidentale che ha creato disgragazione e morte.

La terra è un arcobaleno di culture, di colori, di tradizioni e per vivere dignitosamente, dobbiamo aprire le menti e andare in contro all’altro diverso da noi, per questo motivo la dottoressa Monti ha detto chiaramente che è il momento di sostituire il termine integrazione con Interazione, perché proprio dall’incontro con l’altro nasce una società più giusta, che mantenga il diritto alla diversità… come diceva don Tonino Bello la “convivialità delle differenze”.

Un giovane Tamil, Stefano Edward giovane di seconda generazione, membro della consulta della cultura della città di Palermo, ha detto chiaramente che una società che non è capace di accogliere, distrugge le ambizioni di tantissimi giovani che non si vedono accettati dalle “città” in cui vivono ed allo stesso tempo non conoscono le culture e le tradizioni del proprio popolo, il che crea numerosi problemi. “Io sono Palermitano” ha tuonato Stefano.

Yodit Abraha referente del Primo Marzo (gruppo Palermo) ha organizzato e coordinato l’incontro e prendendo spunto proprio dalle parole di Stefano ha ribadito che la cittadinanza non si concede, ma si deve riconoscere, e ha fatto richiesta esplicità all’Assessore alla partecipazione, Giusto Catania (con delega all’imigrazione), di cambiare la formula per conferire le cittadinanze.

Abbiamo tutti oggi la necessità di usare linguaggi nuovi che ci facciano fare il salto di qualità, perché spesso anche noi utilizziamo un linguaggio dicotomico, noi italiani e voi immigrati, e i giovani in questo ci possono aiutare, perché le interazioni tra di loro sono molto più genuine e spontanee degli adulti!

Il Primo Marzo a Palermo è stato anche contraddistinto dal premio che è stato consegnato proprio alla dottoressa Yodit Abraha, che da sempre si è contraddistinta per impegno e determinazione per rompere “i muri” che ostacolano le Interazioni tra le genti.

A Yodit è stato consegnato il premio Rosa Parks (attivista americana, figura simbolo del movimento per i diritti civili), tra la standing ovation dei presenti e la commozione generale. Dopo la premiazione si è conclusa la lunga giornata di incontro con esibizioni artistiche che hanno dato quel tocco di magia e allegria al Primo Marzo palermitano.

Alberto Biondo Laici Missionari Comboniani Palermo