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Primo Marzo bagnato

Francesca Materozzi - 4 Marzo 2014

c16Milano, Bologna, Modena, Firenze… Il tempo, soprattutto al nord, non è stato clemente. Ma questo non ha impedito a centinaia, in alcuni casi migliaia, di persone di scendere in piazza per il Primo Marzo, che è diventato ormai un appuntamento fisso e condiviso nel calendario antirazzista italiano. Ci sono stati presidi e “classiche” manifestazioni di strada, ma anche iniziative più ricercate e fantasiose. A seguire, alcune immagini e alcuni report dal Primo Marzo 2014.

 

 

 

GORIZIAA Occhiobello, in provincia di Rovigo, è stata organizzata una biblioteca vivente, dalle associazioni e delle realtà sul territorio (Associazione Di tutti i colori, Emmaus, Caritas, Scout di Santa Maria Maddalena, Arcisolidarietà di Rovigo e la Fraternità). Come è noto, nelle biblioteche viventi, a raccontare, al posto dei libri, troviamo persone in carne ed ossa. In questo caso, sono stati i migranti a raccontarsi e a parlare della loro vita e delle loro esperienze.

 

 

primo marzo milanoPartecipatissima la manifestazione di Milano malgrado la pioggia battente. Partita da piazzale Loreto si è snodata nelle vie cittadine con musica, discorsi e soprattutto tanta gente. Circa mille ombrelli nascondevano migranti e autoctoni che si sono ritrovati per ribadire con forza diritti uguali per tutti senza distinzione di cittadinanza, la chiusura dei Cie, diritto di voto, di cittadinanza e soprattutto il diritto al rispetto.

 

 

 

 

Anche a Imola pioveva parecchio, ma la gente ha partecipato ugualmente. C’è stato il corteo, accompagnato dai tamburi africani, e poi un momento di riflessione e dibattito. Gli interventi si sono concentrati sugli iter amministrativi, le spese legate al rinnovo del permesso di soggiorno, la cittadinanza. Ma si è parlato anche della salute mentale e dei problemi psicologici di cui soffrono migranti e rifugiati, spesso in assenza di una rete di supporto.

seminario primo marzoA Modena il Flash mob previsto per la mattinata è stato rimandato a causa della pioggia, ma per il resto il programma è stato osservato. Nel pomeriggio c’è stata una buona partecipazione per il seminario Diritto di parola in tutte le lingue del mondo. Dopo cena lo spettacolo di teatro forum ha permesso ai partecipanti di prendere la parola. Da segnalare, il gradito ritorno di Cécile Kyenge, che ha scelto di passare il Primo Marzo nel suo comitato modenese. Presente anche l’Assessore all’istruzione, Adrian Querzé, candidata nelle prossime elezioni a sindaco in lista indipendente, e il capogruppo di Sel.

A Bologna più di duemila persone sono scese in piazza contro il ricatto del permesso di soggiorno e contro lo sfruttamento lavorativo.

 

 

 

primo marzo firenze 3A Firenze l’appuntamento era in piazza dei Ciompi dove si sono riunite varie realtà associative e non, per parlare di: lavoro, cittadinanza, nuova legge sull’immigrazione, razzismo, Cie e frontiere. Gli interventi erano intervallati dai canti della tradizione emigrante italiana, eseguiti da LeMusiquorum, dal ritmo diffuso dalla musica dei Fiati Sprecati street band fiorentina. Mentre Saverio Tommasi è intervenuto con un monologo esilarante sui “10 buoni motivi per essere razzista”. L’intervento finale è stato lasciato a Pape Diaw, figura storica e carismatica dell’antirazzismo fiorentino e italiano. Fortunatamente graziati dal tempo, hanno potuto contare su un folto pubblico fatto anche da tanti passanti incuriositi.

primo marzo foggia 2La giornata del Primo Marzo a Foggia si è divisa essenzialmente in due tappe. Un presidio mattutino in piazza Cavour e una serata culturale al c/o Cose. La mattina hanno partecipato sia associazioni che migranti, il che ha permesso di prendere contatto con i richiedenti asilo del campo di Borgo Mezzanone. Un incontro importante perché è stato deciso di fare ulteriori incontri a cadenza settimanale. In serata è stato proiettato il film Là-bas – Educazione criminale, a cui poi è seguito un dibattito e un buffet a base di cous cous.

 

Primo-Marzo-2014-CIE-PSG-DSCN6038-300x225Si arrivava alla spicciolata davanti alle porte chiuse del Cie(T) di Palazzo San Gervasio (Pz). Una nuova struttura testimone prima dell’accoglienza mancata ai raccoglitori dei pomodori e poi dell’Ena (Emergenza Nord Africa), poi ancora trasformato in una delle peggiori carceri, dove sono stati rinchiusi i rivoltosi della Primavera Araba sbarcati dopo il 5 aprile 2011. Oggi quasi tutti rispediti nei loro Paesi di origine. Molte le associazioni che si sono ritrovate a presiedere un complesso che nasce in un luogo simbolo dello sfruttamento delle braccia, del lavoro nero, dello schiavismo globalizzato.

 

 

primo marzo palermo 2A Palermo, al liceo classico Vittorio Emanuele II, durante la mattinata del primo marzo numerosissimi studenti e giovani hanno incontrato associazioni, le consulte degli stranieri e l’Assessore comunale alla Partecipazione, Giusto Catania. Molto spazio è stato dedicato alla strage del 3 ottobre a Lampedusa, alla libertà di movimento e il diritto di migrare. Durante l’incontro è stato assegnato il premio Rosa Park alla dottoressa Yodit Abraha, coordinatrice della Rete Primo Marzo Palermitana, per il suo impegno politico e sociale a favore della difesa dei diritti umani. È stato anche proiettato il video Storie di Vita, curato dai “Giovani in Crescita” della Cooperativa “Albero di vita”. Alla scuola era esposta la mostra Diritto di Cittadinanza di Giovanna Di Miceli.

Francesca Materozzi