Piccole infamie

Brad, Lupita e la beneficenza

- 10 Marzo 2014

1CB592F5È il giorno dopo l’assegnazione degli Oscar 2014. Stravince 12 anni schiavo e Lupita Nyong’o è premiata come attrice non protagonista per il suo ruolo nel film prodotto da Brad Pitt. In un ufficio qualunque della capitale morale italiana, due signore chiacchierano.
«Secondo me a Brad Pitt piace Lupita», dice A.
«Dici? Ma se gli sono sempre piaciute le bionde…», obietta B.
«Eh, ma secondo me invece… Lei potrebbe appagare quel suo bisogno di fare beneficenza, devi considerare anche questo aspetto qui… Magari lui e Angelina adotteranno anche lei!».

Forse Lupita ha alle spalle una storia difficile di emarginazione e povertà, pensa C. che casualmente ascolta la conversazione. Forse c’è stato un percorso miracoloso che l’ha portata da una qualunque township degradata allo scintillante Dolby Theatre di Los Angeles. Questo renderebbe edificante la conversazione di cui sopra, pensa C., ma almeno potrebbe darle un senso. E C. pertanto si rivolge a Wikipedia.
E apprende ciò che segue: la signorina Nyong’o, nata in Messico, appartiene a un’ottima famiglia keniota, il padre è un professore universitario entrato in politica e lei ha ricevuto un’educazione di tutto rispetto negli Usa.
Ma guardando il mondo da un ufficio qualunque della capitale morale d’Italia, basta essere africani per aver bisogno di beneficenza. E di essere adottati dalla premiata ditta Pitt-Jolie.

Vera Migliosi