Seconda edizione

Premio Marisa Giorgetti

- 10 Marzo 2014

marisa01 Marisa Giorgetti (nella foto) durante la sua vita, da comune cittadina, si spese molto per i migranti. Durante la guerra nell’ex-Jugoslavia, mise per anni a disposizione dei profughi la propria casa, dando accoglienza prima ancora che si venisse a creare l’attuale Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar). Senza clamore, visibilità o ritorno di altro tipo ma solo per rispetto degli altri e dei loro diritti. Così, mentre a pochi chilometri si consumavano i più efferati crimini, poco oltre confine, a Trieste, la casa della signora Giorgetti era diventata un punto di pace e dialogo. Per questo suo figlio, Gianfranco Schiavone, membro dell’Ics e uno dei maggiori esperti italiani di asilo politico, con la collaborazione di altre associazioni e istituzioni, ha deciso di istituire un premio per ricordarne l’impegno.

La consegna del Premio Internazionale Marisa Giorgetti è avvenuta lunedì 10 marzo al Teatro Miele di Trieste. I vincitori sono: per la sezione letteraria, Claudia Priano, autrice del libro Il cuore innanzitutto (ed. Guarda, 2013) che valorizza l’incontro e il dialogo tra culture diverse; per la sezione Diritti Umani, Giuseppe Pugliese, co-fondatore dei gruppi Africalabria e S.O.S. Rosarno che hanno svolto azione di tutela per i migranti stagionali e contribuito a creare una rete di sostegno ad un’economia trasparente e equa. Le menzioni speciali vanno a al giornalista Giulio di Luzio per il saggio Clandestini. Vocabolario della paura (ed. Ediesse, 2013) e al giovane Zijo Ribic che da anni si batte per  creare il superamento dell’odio e per la creazione di un dialogo riconciliatore a Srebrenica. Una delle novità dell’edizione di quest’anno è stata quella di aggiungere ai due premi “tradizionali” le due menzioni speciali della giuria.

Il giorno dopo, alle 17.30 presso i locali dell’Auditorium ex pescheria, sarà possibile incontrare i vincitori di questa edizione per un dialogo e una riflessione sui temi collegati alle loro opere e alle loro esperienze. Questo sarà un primo incontro con la premiazione, che prevede poi di essere presentata in altre quattro città italiane, tra cui Roma e Torino. “E questa sarà la seconda novità” ci racconta Gianfranco Schiavone che è a capo dell’organizzazione del Premio “grazie a un contributo della Chiesa Valdese, sarà possibile creare degli eventi  che riproporranno gli autori e i temi premiati in formule che verranno studiare di volta in volta a seconda delle città.”

Questa scelta deriva dall’esperienza maturata nella prima edizione. Oltre che ad aver avuto un ottimo successo di pubblico e di visibilità mediatica nella città di Trieste, la premiazione è stata riproposta inizialmente a Lampedusa, “In quanto gli abitanti di quest’isola erano stati premiati nella sezione Diritti Umani.” ci spiega Schiavone “per cui abbiamo deciso di riproporre il premio e di creare un evento a cui partecipò, tra gli altri, anche il giornalista Fabrizio Gatti.” Questa esperienza, in varie formule, è stata poi riproposta in altre città italiane. Il percorso ha suggerito l’idea di riproporre i temi della premiazione in altre località italiane, proprio al fine di mantenere alta l’attenzione e di contribuire a rendere più condiviso il Premio.

Il Premio Internazionale Marisa Giorgetti giunge così alla sua seconda edizione. Nasce e si rafforza come evento anche per la volontà di dare visibilità a quelle persone e opere letterarie di valore, che sono meno note al grande pubblico ma malgrado ciò, con la loro azione, hanno contribuito significativamente alla difesa dei Diritti Umani e alla promozione del dialogo. Ugualmente importante è che si abbia una ricaduta concreta. “Nel caso del premio letterario, questa ricaduta è evidente e consiste nel far conoscere ad un pubblico più vasto l’opera.” ci precisa l’organizzatore “Con la sezione Diritti Umani, si mira invece a portare l’attenzione su alcune tematiche specifiche. Quest’anno, appunto, la scelta è stata quella di mettere in evidenza ciò che accade al Sud con lo sfruttamento della manodopera migrante. L’altro è le conseguenze della guerra in Bosnia e quello che ha significato per l’Europa.” Il Premio ha deciso di valorizzare il tema delle migrazioni, nel vaso ambito dei Diritti Umani perché, come si legge nel sito, «Le migrazioni costituiscono il più profondo motore di cambiamento sociale, culturale e politico delle società contemporanee, in Italia come in altri paesi; cambiamenti che ovunque coinvolgano sia le società di immigrazioni che quelle d’origine».

Francesca Materozzi