In questo numero

Malaburocrazia e altre storie

Stefania Ragusa - 17 Marzo 2014

Tra i mali che tradizionalmente affliggono l’Italia, una posizione rilevante è occupata dalla burocrazia ipertrofica. A questo male, per varie ed ovvie ragioni, gli immigrati sono particolarmente esposti. Il programma radiofonico Passpartu, con cui abbiamo stipulato una partnership, questa settimana si occupa proprio di questo, di Migranti alle prese con lo Stato. E anche la nostra apertura ruota attorno a questo filone, approfondendo una particolare follia burocratica: quella che accompagna la richiesta dell’idoneità abitativa, una carta molto importante per gli stranieri (per esempio, perché da essa dipende la possibilità di portare a compimento o meno il ricongiungimento famigliare). Al contrario di quello che ci si potrebbe aspettare, le condizioni per il rilascio di questo certificato non sono univoche, ma variano da municipio a municipio. E, in molti casi, assumono un aspetto vessatorio. Ce ne parla Stefano Galieni, mentre Marika Berizzi ci racconta di un “caso particolare” della bergamasca: un comune in cui, per i diritti di segreteria relativi a questa pratica, si è arrivati a chiedere 500 euro (sic!).

Questa settimana Stefano Galieni ci racconta anche come, tra Open center e Detention Center, (non) funzioni il sistema dell’accoglienza a Malta. Antonio Fiscarelli, da Foggia, ci manda un ricordo di Lassina Coulibaly, alias Colbi, attivista antirazzista di origine ivoriana, che si era tanto battuto, in questi anni, per superare la dicotomia tra “noi” e “loro” e costruire un’Italia più civile e accogliente. Sergio Bontempelli, per i suoi Rom-Anzi, ha intervistato Nazzareno Guarnieri, della Fondazione Romanì, che gli ha parlato della vita difficile dei rom in Abruzzo. Daniele Barbieri ci propone, come Scor-Data, il 21 marzo 1788, giorno in cui lo schiavo liberato Olaudah Equiano (o Gustav Vassa, detto l’africano) scrisse alla regina d’Inghilterra.

Gabriella Grasso recensisce We Need New Names, libro molto bello della scrittrice dello Zimbabwe NoViolet Bulawayo. In italiano uscirà a settembre (per Bompiani), ma intanto, chi volesse può portarsi avanti. Nella rubrica Leggere & Rileggere presentiamo, invece, Derive. Piccolo mosaico del disumano, di Flore Murard-Yovanovitch. Per finire, vi parliamo di una mostra, a Parigi, dedicata a Nancy Cunard, ereditiera ribelle che, nel 1934 pubblicò l’antologia Negro, un volume rivoluzionario (per i tempi) e dunque molto avversato dall’establishment, dedicato alla storia e alla cultura afroamericana.

Buona lettura!

Stefania Ragusa