Razzismo

Discriminare costa

stefano galieni - 23 Marzo 2014

«I comportamenti razzisti danneggiano la collettività, non solo per ragioni etiche, ma anche dal punto di vista economico – sostiene Marco De Giorgi, direttore dell’Unar – Non abbiamo ancora quantificato tale spesa ma possiamo dimostrarlo, non solo alla luce dei nostri lavori». Il punto di partenza proviene da quanto elaborato nel dossier statistico sull’immigrazione del 2013. Si è già detto come il saldo positivo, fra costi in termini di welfare e accoglienza e profitti in termini di tasse e contributi, che forniscono i cittadini stranieri che si sono trasferiti in Italia, è di circa 1,4 mld di euro. Un valido contributo a sostegno di questa tesi giunge dal premio Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz, secondo cui: «discriminazione e diseguaglianze uccidono la crescita economica. Laddove si realizzano inclusione sociale ed economica anche per i cittadini di provenienza straniera cresce una classe media più portata ai consumi e quindi ne beneficia l’economia». «Il Nobel parla espressamente di danno alla crescita del pil. L’Italia unisce a scarsa capacità di inclusione una forte diseguaglianza sociale, tanto è che il 50% delle ricchezze è nelle mani del 10% delle persone. Una simile concentrazione che vede in posizione di netto privilegio soprattutto chi è autoctono, fa sì che la curva dei consumi segua un andamento rigido. Le classi agiate non consumano quanto guadagnano, quelle in posizione critica, soprattutto in condizioni di precarietà, riducono i consumi – insiste De Giorgi – L’Unar ha aperto la settimana di eventi attorno alla Giornata Mondiale Contro il Razzismo, proprio in una facoltà universitaria di economia e commercio. Il ragionamento portato si argomentava di due fattori, quello precedentemente esposto e il fatto che tutte le misure per contrastare le forme di discriminazione e di razzismo, da quelle che avvengono negli stadi di calcio alle scritte sui muri ai procedimenti giudiziari, hanno un costo che ricade sulla collettività. Un approccio provocatorio rivolto a chi, quando si parla di lotta al razzismo, minimizza e subordina questa ad altre priorità. L’Unar ha cercato di provare come invece, combattere tali manifestazioni prima ancora che si manifestino come patologie, conviene a tutti». Questo approccio pragmatico dovrebbe essere portato anche in un incontro europeo che si terrà a Roma il 6 e il 7 novembre, un Equality Summit che dovrebbe coinvolgere gli enti simili all’Unar di tutto il continente.

Stefano Galieni