Passpartù

Piccola Orchestra di Tor Pignattara

- 23 Marzo 2014

Può la musica riuscire ad abbattere quelle barriere che la società crea? Possono i ragazzi essere la base dalla quale partire per costruire un Paese nuovo senza pregiudizi? Può il suono di un flauto e il battere di una darabouka, la tensione di una voce e la ritmica di un giro di basso soverchiare le urla razziste di una società intollerante e unendosi creare amicizia, integrazione? Per scoprirlo dobbiamo addentrarci tra le storie e le musiche della Piccola Orchestra di Tor Pignattara.

Una piccola sala prove del quartiere Alessandrino di Roma è quella che ospita questi ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, ogni sabato arrivano qui da tutta la città riunendosi per dar vita ad un’orchestra bellissima.
Un’orchestra colorata che mette insieme i figli di famiglie che solo qualche generazione prima affollavano Paesi diversi, lontani, e che oggi a Roma si sono trovate, scontrate, conosciute.
La Piccola Orchestra di Tor Pignattara è pregna di queste storie e le trasforma in musica mettendo insieme i brani tradizionali del Bangladesh con l’hip hop dei nostri giorni, passando per i ritmi mediterranei tunisini o spagnoli.

Questo è l’ensemble di Tor Pignattara, un melting pot di visi diversi accomunati da un linguaggio unico, il romano, dalla voglia di stare insieme e dalla passione per la musica perché questi ragazzi, come dice il loro maestro Pino Pecorelli, sono italiani che rappresentano tutti quei Paesi dai quali i loro genitori provengono e, aggiungiamo noi, anche tutto il resto di questa piccola sfera blu che chiamiamo Terra.

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