Fotografia

Siria, Battle to Death

- 23 Marzo 2014
Anziana signora siriana attraversa la “via dei cecchini” della città vecchia di Aleppo. ©Fabio Bucciarelli-AFP

Anziana signora siriana attraversa la “via dei cecchini” della città vecchia di Aleppo.
©Fabio Bucciarelli-AFP

Battle to death di Fabio Bucciarelli è il progetto fotografico vincitore della decima edizione del Premio Amilcare G. Ponchielli. Il Premio è organizzato e sostenuto dal 2002 dal G.R.I.N. (Gruppo Redattori Iconografici Nazionale), che riunisce giornalisti e operatori che si occupano di fotografia.
Mario Calabresi, direttore di La Stampa e presidente della giuria composta da Giovanni Gastel (fotografo), Moreno Gentili (scrittore), Maurizio Zanuso (Galleria Bel Vedere), Mariuccia Stiffoni Ponchielli e i tre membri del Grin (Mariateresa Cerretelli, Giovanna Calvenzi e Laura Davì), ha premiato Battle to Death con la seguente motivazione: «Fabio Bucciarelli riesce con straordinaria maestria a comporre immagini nelle quali la potenza del messaggio si sposa con l’abilità espositiva dell’organizzazione dei volumi e la superba qualità cromatica. In un teatro di scontri che poco concede alla riflessione, crea opere che non hanno bisogno del sostegno delle parole. La fotografia rimane linguaggio puro e universale».
Ed ecco come Bucciarelli presenta il suo progetto: «Sull’onda del fenomeno conosciuto come Primavera Araba, anche la Siria si rivolta contro il suo padrone. Il 15 marzo 2011 migliaia di persone inondano le strade delle maggiori città siriane chiedendo al Presidente Bashar al-Assad le riforme necessarie per ottenere uno stato democratico. Il governo azzittisce le proteste con la violenza e schiera l’esercito per sopprimere ogni dimostrazione pubblica. Il conflitto diventa presto guerra: da un lato le forze lealiste ad Assad, dall’altro i ribelli del Free Syrian Army. Negli ultimi mesi la guerra si è diffusa a macchia d’olio all’interno del paese: prima Homs, Idlib, poi Damasco e Aleppo.
L’interesse mediatico non rende giustizia a ciò che accade nel paese: diversamente dalla Libia, la scarsità di risorse petrolifere e i giochi di potere delle grandi potenze fanno sì che la comunità internazionale si atteggi a pallido spettatore di un popolo che da solo combatte il padrone naufragando in uno scontro impari. Ogni giorno i guerriglieri della rivoluzione armati di kalashnikov fronteggiano l’esercito lealista ed i suoi tank. La guerra in Siria non è una guerra qualunque, non incarna i canoni del tradizionale scontro bellico, strage di soldati suddivisi tra due fronti. Il conflitto siriano è un gioco al massacro dove, come spesso accade, i civili sono i bersagli più colpiti».

Battle to Death sarà in mostra alla Galleria Belvedere di Milano (via Santa Maria Valle 5) dal 28 marzo al 19 aprile.