Europa

Giovani turchi in un bund

Paula Francisca Nolff Herrera - 31 Marzo 2014

amburgo3-300x212Serpil Midyatil è consigliera al parlamento regionale dello Shlezwig Holstein, il più settentrionale degli Stati federati che compongono la Repubblica Tedesca. Di origine kurda, è la prima persona proveniente dalla Turchia, ad essere stata eletta nel Bund per il Partito Socialdemocratico (Spd). In Germania, l’insediamento di una forte comunità turca è iniziato negli anni Sessanta e Settanta, oggi si è già alla seconda se non terza generazione, ma la presenza nelle istituzioni è recente. La carriera politica della consigliera è a suo modo esemplare: è iniziata dopo un intervento ad un meeting dell’Spd a cui partecipava come giovane imprenditrice. Le è stato chiesto di entrare nel partito e di dedicarsi alla politica attiva. Nel 2009 è stata eletta nel Land dove si occupa non solo di integrazione ma anche di politiche economiche e commerciali e di urbanistica. Ha raccontato come la sua elezione abbia provocato grande entusiasmo non solo nella comunità turca ma anche in tutta quella di osservanza musulmana. Il suo stesso rivendicare la propria fede religiosa ha creato polemiche all’inizio. Musulmana e giovane donna, elementi che le hanno scatenato contro pregiudizi anche da parte di altri cittadini stranieri, ma che sono stati a suo dire affrontati anche grazie al fatto che nel partito la sua elezione è stata vissuta come di enorme significato simbolico e come risultato di un lavoro politico contro le discriminazioni.

A Kiel, davanti alle acque del Mar Baltico, la ricostruzione del percorso di Midyatil è stata al centro del secondo incontro (dopo quello di Dublino) organizzato dall’Istituto Psicanalitico per le Ricerche Sociali, per definire le buone pratiche della partecipazione dei cittadini migranti alla vita politica. La delegazione Italiana ha incontrato quella dell’Spd guidata dal capogruppo, nonché ex ministro dell’Interno, Ralf Stegner, la segretaria del gruppo consigliare, Birgit Herdejurgen, e la responsabile degli affari economici, Regina Poersch. Stegner ha insistito sulla necessità di affrontare i problemi delle comunità immigrate dal punto di vista globale e non centrato su questioni connesse alla sicurezza: «L’integrazione deve partire dai diritti. E questo non dovrebbe essere mai dimenticato». Si è spinto ad affermare che politiche come quelle attuate nel Mediterraneo dall’agenzia Frontex vanno riviste perché sbilanciano troppo le responsabilità verso i Paesi dell’Europa meridionale.

Interessante anche l’incontro con i Verdi nella “città stato” di Amburgo. Oltre ad un consigliere di provenienza turca, Filiz Demirel, che ha iniziato a far politica da studente e oggi si occupa di lavoro e immigrazione, il gruppo ha incontrato la presidente regionale del partito Katharina Fegebank, e 3 donne, anche loro di origine turca, impegnate nell’immigrazione. La più giovane ha 19 anni e siede nel consiglio comunale della città. Si resta colpiti dall’età media dei rappresentanti e dalla forte presenza femminile. Amburgo ha oggi circa 1,8 milioni di abitanti di cui almeno un terzo ha un passato migratorio, la metà se si considerano i minori. La realtà politica non rispecchia ancora questa rappresentanza sociale. «La nostra attività politica – raccontano gli esponenti dei Verdi – è volta a dar voce a tutte le forze presenti in città, a dar voce ai nuovi cittadini implementando 3 tipi di azione: culturale, soprattutto per interagire con i programmi del partito; logistico, offrendo spazi e strutture per attività proprie delle comunità e di relazione con l’esterno; organizzativo, di incontri comuni nei luoghi di maggior concentrazione degli immigrati.

I Verdi aspirano ad essere considerati il partito anti discriminazione per eccellenza, quello che per primo ha aperto le proprie liste e indicato la strada anche ad altri partiti. Insistono sulle mille difficoltà nei primi approcci con le comunità straniere quando si affronta il tema della partecipazione politica. Diffidenze e paure di essere manovrati, sottoposti a pratiche verticistiche o di manipolazione da parte delle organizzazioni autoctone. In molti casi le vicende drammatiche passate nei paesi di provenienza unite al timore di ritrovarsi in ambienti corrotti, rendono accidentati i percorsi di avvicinamento. Per questo insistono molto sulla necessità di mostrare che un modo diverso di far politica è possibile. «I diritti non bisogna soltanto chiederli, bisogna costruirli in prima persona – afferma Filiz Demirel –. E per questo noi dobbiamo continuare a lavorare partendo dalle nostre biografie, considerandole un bagaglio carico non solo di problemi ma anche di buoni auguri per un futuro comune». Di messaggi positivi Amburgo ha  molto bisogno. In questa città sono approdati due gruppi di richiedenti asilo provenienti dalla Libia e transitati per Lampedusa. Il loro status non è stato ancora chiarito e in questi giorni si sta dibattendo attorno alla concessione di un permesso di soggiorno per regolarizzare la loro precaria situazione. La discussione è accesa: c’è chi afferma che debbono essere rispediti in Italia in base al Regolamento Dublino, aggiungendo che molti hanno ricevuto soldi per passare in Germania.

I Verdi si dichiarano molto critici rispetto all’applicazione del “Dublino” e alla politica dei flussi. Gli stessi richiedenti asilo manifestano spesso nel centro della città, incontrando anche solidarietà. Della delegazione italiana, oltre a chi scrive, inviata in qualità di membro della segreteria provinciale del Prc di Modena, facevano parte, Rassmea Salah, consigliera comunale a Bresso (provincia di Milano), Mihai Popescu, responsabile del sindacato nazionale degli studenti (ambedue inviati dal Pd), Orenada Dhiitri dell’associazione di albanesi in Italia Besa e Marguerite Lottin dell’associazione camerunense Griot. A guidare la delegazione il presidente dell’Iprs, Raffaele Bracalenti, e il ricercatore Moreno Bernini. Il progetto è sostenuto grazie al Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi. Una composizione variegata che ha anche favorito un valido interscambio nella delegazione italiana, al termine dei 4 incontri complessivi, i prossimi si dovrebbero tenere a Barcellona e a Stoccolma, si tenterà di fare un quadro di quelle che sono le esperienze da condividere e replicare nei paesi coinvolti.

Paula Francisca Nollf Herrera