Malaccoglienza

Cara di Mineo, altro che modello

- 8 Aprile 2014

L’appello che qui pubblichiamo, sottoscritto da numerose associazioni del territorio siciliano, vuole denunciare e fermare una produzione di propaganda. Gli enti gestori del più grande centro per richiedenti asilo d’Italia vorrebbero portare nelle scuole un docu-film che esalta il modello Mineo. La realtà però è ben diversa.

Come realtà impegnate sul fronte dell’accoglienza, dell’integrazione, dell’educazione all’antirazzismo e della difesa dei diritti dei migranti esprimiamo profonda preoccupazione su quanto sta avvenendo attualmente intorno al Cara di Mineo. L’intensa attività di propaganda messa in opera dai privati gestori di quel campo ha l’evidente obiettivo di mascherare una realtà completamente diversa di cui la stampa ha riportato più volte eventi drammatici: il suicidio del ventunenne eritreo, Mulue Ghirmay, il 14 dicembre scorso, i casi di prostituzione di alcune donne ospiti (nonostante le timide smentite), le rivolte contro governo e gestori per le lunghe attese burocratiche, la mancanza d’assistenza sanitaria, il cibo scadente. Per non parlare delle condizioni strutturali: l’enorme capienza tollerata di oltre 4.000 ospiti e la notevole distanza dal più vicino centro abitato, “qualità” che rendono il Cara un vero e proprio ghetto, distante anni luce dall’idea di reale inserimento sociale propagandata.

Per promuovere la millantata “buona prassi” del Cara, i gestori di questo centro hanno finanziato la produzione e la distribuzione del docu-film Io sono io e tu sei tu. Il progetto è quello di proiettarne una riduzione di 20 minuti (la sola fiction) in tutte le scuole elementari e medie siciliane, proponendo quindi l’approccio e le prassi del Cara come strumento educativo e come modello da replicare.

La promozione del docu-film e del Cara da parte dei privati gestori non finisce qui. Il Comune di Catania, infatti, si è fatto promotore di una partita di calcio allo stadio “Massimino” tra la nota nazionale attori e la meno nota squadra formata dai richiedenti asilo del centro (patrocinatori della partita sono anche il cantautore Franco Battiato e l’attore Bruno Torrisi).

Ci chiediamo se Istituzioni e personalità coinvolte siano al corrente di una realtà diametralmente opposta da quella rappresentata nel documentario e promossa anche attraverso questa partita di calcio.

La sensazione che vorremmo fosse smentita dai fatti è che una lobby trasversale, sia rispetto ai partiti sia rispetto ai dovuti confini tra pubblico appaltante e privato gestore, stia portando avanti una serie di iniziative volte ad ammantare di perbenismo e di una presunta morale dell’accoglienza politiche e prassi assolutamente degradanti per chi le vive.

Io sono io e tu sei tu, avrebbe l’intento di proporre valori e azioni volte all’integrazione e al supporto dei diritti dei migranti che noi non mettiamo in dubbio (prova ne sia l’impegno che da anni ci distingue in questo campo), ma è certo che tali valori e tali azioni non possono essere diffusi da fondazioni private evidentemente collegate a chi questi contenuti non li mette in pratica nella realtà.

Chiediamo dunque che il Provveditorato agli studi blocchi la distribuzione del film presso le scuole che rappresenta come Istituzione, per evitare di rendersi partecipe di un’opera di propaganda tutt’altro che educativa, ma tesa piuttosto a legittimare un modello d’accoglienza basato soprattutto sull’interesse di chi lo gestisce e che appare funzionare solo nella finzione del docu-film.

Firmatari: Arci Catania; Arci Sicilia; Associazione Penelope; Astra – Associazione Volontari per la Protezione Civile; Borderline Sicilia; Centro Astalli; Cobas Scuola; Cooperativa Prospettiva; Gapa – Centro di aggregazione popolare, San Cristoforo, Catania; “I Siciliani giovani” Catania; La Città Felice; La Ragnatela (coordinamento di associazioni); Libera Catania Onlus; Lila Catania Onlus; Manitese Sicilia; Pax Christi