Per non dimenticare

Rwanda, vent’anni dopo

- 8 Aprile 2014

Sono passati venti anni dal giorno in cui iniziò il genocidio in Rwanda. Una vicenda orribile per la quantità di vittime, per le modalità crudeli di uccisione, per gli effetti devastanti che ancora pesano sul presente di questo piccolo grande Paese. Incerto ancora il numero delle persone uccise, le stime oscillano fra le 500 mila e 1 milione, il tutto in tre mesi, prima che si giungesse ad un cessate il fuoco. Un genocidio della minoranza tutsi operato dalla componente hutu, gruppi che fino alla colonizzazione non si erano neanche percepiti come estranei o diversi etnicamente. La differenziazione venne categorizzata dai dominatori europei e connessa alle diverse attività produttive (pastorizia e agricoltura), a fisionomie diverse il cui valore venne accentuato per definire barriere etniche. Da anni si celebra una giornata Internazionale che serve a ricordare, tanto ai sopravvissuti nella diaspora che a quelli che stanno ostinatamente cercando di ricostruire il Paese, tanto fra i figli delle vittime che i figli dei carnefici, come la storia non debba più ripetersi. Nei mesi successivi, sopravvissuti e fuggiaschi si sono sparsi in tutto il mondo, anche in Italia, e hanno trovato poi la forza di raccontare quei giorni di terrore disumano.
Il 7 aprile, a Roma, la Bene Rwanda Onlus ha organizzato, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, una manifestazione pubblica per raccontare ciò che è accaduto nel 1994 in Rwanda e per riflettere sull’attuale emergenza delle guerre in Africa con la presenza di ospiti autorevoli, fra cui Yolande Mukagasana, sopravvissuta al genocidio, scrittrice e vincitrice della menzione Unesco per l’educazione alla pace. Alle 9.30 si è tenuto un primo dibattito moderato da Françoise Kankindi, presidente dell’associazione Bene Rwanda, con la partecipazione di Gianluca Peciola, vice presidente Commisssione Cultura in Campidoglio, Lidia Ravera, assessore alle Politiche Culturali della Regione Lazio, Fabio Graziosi, responsabile Unric per l’Italia, Paolo Ricca, presidente della Tavola Valdese, Francesco Alicicco, Console Onorario del Rwanda a Roma. Alle 10.30 è intervenuta Yolande Mukagasana.
Poi il dibattito, moderato da Federigo Argentieri, professore di Scienze Politiche alla John Cabot University, che si è focalizzato maggiormente sugli aspetti internazionali e sul ruolo dell’Occidente, con la partecipazione di Staffan De Mistura, vice ministro Affari Esteri, e Karel Kovanda, vice direttore generale Commissione Europea.

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.00, si è tenuta una tavola rotonda moderata da Marie Claire Safari, Presidente dell’associazione Umubyeyi Mwiza, con la presenza del regista Alexandre Dauge-Roth, Daniele Scaglione, scrittore, Enzo M. Le Fevre Cervini, direttore del Budapest Centre for the International Prevention of Genocide and Mass Atrocities, e Milena Santerini, professoressa Università Cattolica di Milano.
Una vera e propria Giornata della Memoria che si è chiusa alle 17.00 con la presentazione e la proiezione in anteprima italiana del film, premio miglior documentario al Silicon Valley African Film Festival, La notte del Rwanda (95 min. sottotitoli in italiano) di Gilbert Ndahayo, sopravvissuto al genocidio che, presente alla proiezione, offrirà la sua testimonianza al pubblico.