In questo numero

Salute, scuola e diritti

Stefano Galieni - 15 Aprile 2014

Care lettrici e cari lettori. L’apertura in questo numero è dedicata al rapporto fra immigrati e salute, su cui abbiamo intervistato una delle voci più autorevoli, il professor Aldo Morrone, noto fra l’altro per aver gestito un polo di eccellenza per i cittadini stranieri più vulnerabili all’Ospedale S. Gallicano di Roma. Le opinioni di Morrone sono suffragate da un lavoro di ricerca dei dati disponibili in materia effettuata da Francesca Materozzi.
Dalla salute passiamo alla scuola con un’altra intervista realizzata da Marika Berizzi a Vinicio Ongini, che per il Miur si occupa da tanti anni di questioni connesse all’interculturalità fra i banchi. Continuiamo poi nella scelta di riproporre le storie che ogni giorno vengono lette in Parlamento, alla fine di ogni seduta, per richiamare l’attenzione sulla necessità di una riforma della legge sulla cittadinanza. Le due storie riprese oggi, quella di Mohamed e quella di Gilchrist, hanno come sfondo lo sport e le difficoltà di accesso alle attività agonistiche per chi non è cittadino italiano.
Di sport solidale invece è ancora Marika Berizzi a parlare, intervistando Ivana Di Martino, maratoneta che dal giorno di Pasqua, da Catania a Milano, correrà per richiamare l’attenzione sui minori stranieri, in gran parte non accompagnati, che costituiscono uno degli anelli più fragili della catena migratoria. Abbiamo poi incontrato una imprenditrice, artista e intellettuale che, partita dallo Zimbabwe, è oggi in Nuova Zelanda da dove trova modo di contribuire a combattere il diffondersi dell’Aids, non solo nel suo Paese. Si chiama Getrude Matshe, ci racconta un continente diverso, in cui un concetto filosofico, che ormai è penetrato anche in alcune nostre tecnologie, l’Ubuntu, offre una interessante chiave di lettura.
Daniele Barbieri, oltre che con le sue Scor-date ci suggerisce invece la lettura di un libro sull’invenzione del “diavolo”, apparentemente distante dalle nostre tematiche, ma che invece interviene su pregiudizi molto profondi. Non mancano i Rom-anzi di Sergio Bontempelli, che torna a parlare del sindaco di Roma e le nostre consuete rubriche.
Ci prendiamo alcuni giorni di riposo per le festività ma le notizie che nel frattempo ci giungono non sono delle più liete.
Come segnala Ilaria Sesana nelle brevi, riapre il Cie di Via Corelli a Milano, con una nuova gestione francese e con un appalto triennale. Di questo torneremo a parlare più approfonditamente. Intanto peggiora la condizione nel Cara di Mineo nei pressi di Catania, che finalmente si scopre essere né più né meno che un campo profughi. Da ultimo, è appena stata pronunciata la sentenza in primo grado con cui si condanna a 20 anni di carcere Kabobo, il giovane senegalese che lo scorso anno a Milano ha ucciso 3 persone con un piccone. Non gli è stata riconosciuta alcuna forma di infermità mentale eppure, fermo restando la gravità irreparabile del gesto, questa era comprovata da numerose perizie. Bisognerà attendere le motivazioni, sapendo che il tema delle persone abbandonate a se stesse e che cadono in disagio psichico pericoloso per sé e per gli altri non può essere più ignorato.
Malgrado tutto, Buone Feste

Stefano Galieni