Sbarchi

Caos Nostrum

Fulvio Vassallo Paleologo - 11 Maggio 2014

Negli ultimi due giorni, fino al 10 maggio, sono stati salvati 1.600 migranti, i centri di prima accoglienza sono al collasso, vanno a rilento i trasferimenti verso altre regioni. In una settimana, però, si contano 139 morti annegati, davanti alle coste libiche e sulla rotta tra Turchia e Grecia.
Adesso occorre procedere alla conversione civile della missione Mare Nostrum ed all’apertura di canali umanitari. Sospendere le espulsioni di nigeriani e gambiani che la prefettura e la questura di Siracusa continuano a intimare, malgrado la situazione nei paesi di origine con i quali l’Italia mantiene accordi di riammissione che vanno immediatamente sospesi. Come vanno sospesi immediatamente i respingimenti collettivi praticati dalla polizia italiana verso la Grecia dai porti di Bari, Ancona e Venezia.
Quanto sta avvenendo in questi giorni conferma che gli apparati repressivi, gli arresti di presunti scafisti e i tentativi di allontanamento forzato non hanno alcun effetto deterrente. Gli scafisti sono scelti quasi sempre tra gli stessi migranti, ai quali si risparmia il prezzo del biglietto. Le organizzazioni criminali si possono contrastare solo ristabilendo un sistema di garanzie e di rispetto dei diritti nei paesi di transito.
Non si tratta di immigrazione illegale, come la chiamano, ma di esodo di profughi che fuggono guerre, torture e persecuzioni di ogni genere, nei paesi di origine e nei paesi di transito come l’Egitto e la Libia.
L’Europa non può continuare a tirarsi indietro e a vaneggiare sul rafforzamento dei controlli di frontiera da affidare alle polizie dei paesi di transito. Alcuni effetti di questa esternalizzazione dei controlli si sono visti. Decine di morti negli interventi di “salvataggio” operati dalle unità libiche. E per coloro che sono stati rigettati nei centri di detenzione in Libia, si ripeteranno torture ed abusi.

Fulvio Vassallo Paleologo