cinema antirazzista

“Va pensiero” la memoria che vince

- 21 Maggio 2014

È accaduto il 14 maggio, ma la notizia, una buona notizia, è rimasta per gli addetti ai lavori. Il Festival del Cinema africano, asiatico e latinoamericano, di cui abbiamo già raccontato ha avuto fra i premiati il documentario Va Pensiero, storie ambulanti di Dagmawi Yimer. Un documentario che racconta due storie di razzismo: l’accoltellamento avvenuto il 31 maggio 2009 del griot, attore e mediatore culturale Mohammed Ba, colpito da uno sconosciuto nel pieno centro di Milano e la strage di Piazza Dalmazia, a Firenze, avvenuta il 13 dicembre 2011 quando un estremista di destra ha girato per la città sparando ai commercianti senegalesi, uccidendo Sam Modou, Diop Mor e ferendo Mor Sougou, Cheik Mbeng e Moustapha Dieng. Il regista, con un ritmo intenso e serrato (il documentario dura 56 minuti), riesce a raccontare tanto lo spessore dei sopravvissuti, Mohammed ha dovuto attendere oltre 1 ora, nonostante la gravità delle sue ferite, il soccorso, in mezzo all’indifferenza, e il ricordo di chi in quegli agguati ha lasciato la vita. Un testo che costruisce memoria, che cerca di rimuovere quell’indifferenza e tendenza all’oblio che fatti del genere determinano spesso in Italia. Si è parlato di follia per la strage fiorentina (l’omicida si è anche tolto la vita) e si sono insinuati dubbi sull’aggressione a Milano, restituire un volto, una dimensione completa, una voce propria ai protagonisti di queste vicende, apre la strada alla possibilità di una narrazione controcorrente di cui c’è bisogno. Il progetto era nato nel 2010 quando il regista aveva conosciuto Mohammed Ba: «La sua storia – racconta Dagmawi Yimer – mi ha spinto ad approfondire il fenomeno delle aggressioni razziste in Italia, che in genere viene liquidato con due righe in cronaca e mai dal punto di vista delle vittime». Nel novembre 2011 il soggetto aveva già vinto il premio di produzione Gianandrea Mutti: l’unico premio in Italia per il cinema migrante. Prima di incontrare il regista, nessuno dei sopravvissuti all’eccidio fiorentino aveva mai voluto raccontarsi ai giornalisti. Due anni dopo i fatti, Mor Sogou e Cheik Mbeng, proseguono i programmi di riabilitazione e non hanno ancora ripreso il lavoro. Nel 2012 hanno ricevuto la nazionalità italiana, insieme a Moustapha Dieng che però ha perso l’uso delle gambe e dal 21 novembre 2013 è ospitato presso la Casa Domotica del capoluogo toscano, centro specializzato nell’assistenza per disabili gravi. Intanto la petizione per concedere la cittadinanza a Mohamed Ba resta ignorata. Il ricavato del premio è stato donato da Dagmawi Yimer, come del resto buona parte dei proventi del film, all’Associazione dei familiari delle vittime di Piazza Dalmazia.