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Immigrazione e sindacato

Stefano Galieni - 30 Maggio 2014

1869-3 Immigrazione_sindacato_VII_cop_1Con il titolo Immigrazione e sindacato: lavoro, cittadinanza e rappresentanza, edito da Ediesse, si è dato spazio ad una ricerca complessa e sfaccettata del rapporto fra lavoro e immigrazione, visto con gli occhi del sindacato, la Cgil. Un testo in alcune sue parti anche molto tecnico e didattico, frutto di un lavoro che ha visto impegnati, oltre ai curatori Francesca Carrera ed Emanuele Galossi, dell’Associazione Bruno Trentin, Isf – Ires, numerosi collaboratori esterni al sindacato.

Più che descriverne i contenuti vale forse la pena segnalare alcune coordinate su cui si è sviluppata la realizzazione di questo, che poi è il VII rapporto che la Cgil dedica al tema. Punti focali su cui poi, nei diversi capitoli, si offrono spunti di riflessione. Il primo, in assoluto è quello incombente della crisi economica, che si traduce in problemi occupazionali e di reddito, crescita del lavoro nero, fallimento dei processi migratori, diminuzione della mobilità sociale, già di per sé scarsa fra i migranti. La crisi è occasione di ricerche sul campo, come la survey realizzata dall’Associazione Bruno Trentin, di cui vengono presentati risultati spietati che emergono da colloqui approfonditi con lavoratori rappresentativi di diversi comparti e quella realizzata con altrettanta puntualità da Eliana Como, della Fiom, su 3.000 lavoratori metalmeccanici che raccontano di sottoinquadramento diffuso, delle discriminazioni nell’orario e nei turni di impiego, delle condizioni di reddito familiare spesso insufficiente, di scarsa sicurezza nell’esercizio delle mansioni.

Nel volume poi si parla molto di Europa. La dimensione continentale è sviscerata utilizzando gli strumenti messi a disposizione dal Ces, il Sindacato Europeo, ed è interessante come il tema dei diritti da esportare da un Paese all’altro, ivi compreso quello a migrare, portino a ragionare sui sistemi di tutela della sicurezza sociale e sanitaria. Su quest’ultimo aspetto, interessante è una ulteriore inchiesta sul campo condotta in chiave comparativa in sei paesi europei. Ed è suggestiva l’ipotesi di realizzazione di un vero e proprio network sovrannazionale, per affrontare – il richiamo è inevitabile – tanto la condizione di crisi quanto le mutazioni sociali straordinarie introdotte dalla stabilizzazione dei progetti migratori. La dimensione europea è al centro anche del contributo di Francesco Carchedi, responsabile Area Ricerca del Parsec, sul lavoro gravemente sfruttato, che, riprendendo i dati dell’United Nations Office on Drugs and Crime Unodc e quelli di Eurostat, cerca di far luce non solo sulla diffusione del fenomeno e sui dati ma anche sulle modalità di assoggettamento, di interruzione del rapporto lavorativo, sulle denunce che poi vengono effettivamente inoltrate per contrastare tale piaga in Italia.

Il tema del sovra sfruttamento è forte nella bella intervista realizzata a Jean René Bilongo, un importante quadro sindacale che nel raccontare il proprio impegno introduce temi che riguardano la quotidianità della vita delle persone a partire dalle modalità di apprendimento della lingua italiana. Si giunge, insomma, ad un testo più “politico” in cui si lanciano proposte relative alle norme sulla cittadinanza (la proposta della campagna L‘Italia sono anch’io di cui la Cgil è uno di soggetti promotori), si introduce il tema delle nuove generazioni sentendo il punto di vista tanto degli autoctoni, quanto di una esponente di spicco di mixitè culturale come Elvira Ricotta Adamo. Altrettanto meritevole di attenzione risulta il capitolo in cui si analizzano le questioni particolari legate all’immigrazione femminile, declinata non solo nell’ambito lavorativo.

Viene affrontato anche il tema della rappresentanza fra gli immigrati, questione intimamente interconnessa tanto alla partecipazione attiva, quanto alle questioni della cittadinanza e si cerca di affrontare anche le contraddizioni, che tuttora esistono in materia, fra il diritto italiano e quello europeo. Un punto di vista, in definitiva, molto aggiornato sullo stato dell’arte, che risulta utile soprattutto come strumento di lettura del legame fra la dimensione lavorativa e le altre fondamentali questioni non risolte dei contesti migratorie e che, attraverso l’inchiesta sul campo o la disamina dei problemi, prova ad avanzare anche questioni politiche che i governi dovranno risolvere.

Stefano Galieni