Rom-Anzi

Pisa, i rom in corteo per la scuola

Sergio Bontempelli - 30 Maggio 2014

foto_corriere_romanziUn corteo per il diritto all’istruzione dei bambini. Per il ripristino dello scuolabus al campo rom della Bigattiera, a Pisa. Un corteo colorato, allegro, combattivo, al grido di “Scuola! Scuola!”, urlato all’unisono da tutti i rom.

Già, proprio dai rom: da quegli “zingari” che, secondo un radicato pregiudizio, non manderebbero a scuola i loro bambini. Da quei “nomadi” che, secondo certi antropologi della Domenica, avrebbero una “cultura orale” – fatta di canti, balli, tradizioni arcaiche tramandate di padre in figlio – e che perciò sarebbero “naturalmente ostili” alle pratiche educative formali (e formalizzate).

Ecco, la manifestazione tenutasi a Pisa mercoledì scorso è esattamente uno schiaffo ai pregiudizi e agli stereotipi. Mostra che i rom a scuola ci vogliono andare eccome, ma che spesso sono le istituzioni ad escluderli. Prima di vedere cosa è successo, però, sarà bene fare un passo indietro e andare con ordine.

Il campo della Bigattiera
Si era già parlato, su questo giornale, della “battaglia per lo scuolabus” che ha animato la città di Pisa per almeno un paio di anni. Ripercorriamo brevemente la storia.

Cominciamo dal campo che ha dato origine a tutta la bufera. La “Bigattiera” si trova sull’omonima strada, quella che congiunge la città al litorale. È un luogo isolato, lontano dai centri abitati: tutto intorno non ci sono negozi né case, si vedono solo terreni coltivati a perdita d’occhio.

L’insediamento venne aperto nel 2007 dal Comune, che doveva collocare alcune famiglie in attesa di assegnare loro dei veri e propri alloggi: doveva essere una sistemazione temporanea – “di transito”, si diceva – ma come spesso accade (almeno in Italia) il provvisorio è diventato definitivo. E i rom sono rimasti lì fino ad oggi.

Nel frattempo il Comune, che prima aveva aperto l’insediamento, cominciò a classificarlo come “abusivo” (mentre la Regione lo considera tuttora come “ufficiale o riconosciuto”). Un bel pasticcio terminologico, che naturalmente copre una finalità politica precisa: da tempo, infatti, l’Amministrazione guidata dal Sindaco Filippeschi non fa mistero di voler sgomberare il campo, e di voler allontanare tutti gli abitanti.

Niente acqua, niente luce, niente scuola…
È in questo contesto che proprio il Comune, alla fine del 2011, decide di togliere ai rom della Bigattiera tutti i servizi: in pochi mesi, viene prima soppresso lo scuolabus – quello che accompagnava i bambini negli istituti comprensivi del Litorale – poi viene tagliata l’erogazione della luce elettrica e dell’acqua corrente. I rom rimangono isolati, al buio, privi di qualunque servizio (e diritto). E i bambini restano senza scuola: gli istituti comprensivi sono distanti dal campo, e per arrivarci bisogna camminare a piedi lungo la Via Bigattiera, che è molto trafficata e pericolosa.

La scelta del Comune, però, non resta sotto silenzio. Contro il provvedimento del Sindaco si muovono prima gli stessi rom della Bigattiera, poi gli insegnanti delle scuole. Gli abitanti del campo convocano una conferenza stampa, chiedono un incontro al Sindaco, inscenano proteste e presidi davanti al Municipio. Dal canto loro, le maestre scrivono al primo cittadino chiedendo il ripristino dello scuolabus.

La protesta non rimane isolata: a fianco dei rom “scendono in campo” – è davvero il caso di dirlo – associazioni, volontari e semplici cittadini. I compagni di classe vanno a trovare i bambini rom alla Bigattiera, i genitori portano la loro solidarietà alle famiglie, mentre la Pubblica Assistenza del Litorale Pisano organizza per diversi mesi uno “scuolabus autogestito” con i propri volontari.

Nell’Estate 2013, più di duecento personalità note a livello locale (tra cui l’allenatore della squadra di calcio cittadina) firmano un appello che chiede il ripristino dell’energia elettrica, dell’acqua corrente e dello scuolabus. Il Comune non può più ignorare le proteste, che hanno assunto dimensioni inusuali: così, agli inizi di Agosto il Consiglio Comunale approva a larga maggioranza una mozione a sostegno dei rom della Bigattiera. Il documento impegna il Sindaco a riattivare immediatamente acqua, luce e scuolabus. I rom hanno vinto: o almeno così sembra.

La beffa
Ma le promesse, a quanto pare, non sono state mantenute: in tutti questi mesi l’impegno di riattivare i servizi – preso solennemente davanti al Consiglio Comunale – è stato disatteso. Da Agosto a oggi, i rom sono rimasti senza acqua, senza luce, senza scuolabus.

Il Comune continua a sostenere che i rom sono “abusivi”, e che l’Amministrazione può fornire i servizi solo ai cittadini “regolarmente residenti”. In realtà, i diritti fondamentali (il diritto all’acqua, il diritto allo studio…) non possono essere subordinati né al permesso di soggiorno né all’iscrizione anagrafica. E lo stesso Regolamento sul Trasporto Scolastico del Comune prevede la possibilità di estendere il servizio anche alle famiglie non residenti.

È per questo che, mercoledì scorso, i rom hanno deciso di scendere di nuovo in campo. E, assieme a un nutrito gruppo di cittadini “autoctoni”, hanno deciso di accompagnare i loro bambini a scuola, in una marcia simbolica per il diritto all’istruzione, per il diritto all’acqua, per il diritto ad esistere.

Sergio Bontempelli