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Nemmeno un tweet

Stefania Ragusa - 16 Luglio 2014

A Castel Volturno, dopo il ferimento a colpi di pistola di due giovani ivoriani, è scoppiata una guerra tra poveri. Una guerra che ha il sapore del déjà vu e che, anche per questo ma non solo, è passata quasi sotto silenzio.
A vari chilometri di distanza, ma pur sempre vicino a noi, un’altra guerra è in corso: la stanno combattendo, a armi impari, un paese ricco e forte e un altro povero e fragile. A certi livelli, ossia ai piani alti della politica italiana, anche questo conflitto sta passando inosservato: nessuna posizione ufficiale da chi guida il BelPaese, nessuna parola. Mentre Federica Mogherini vola in Israele per conferire con Benjamin Netanyahu, sulla Palestina nemmeno un tweet.
Ma in questa strana estate, camuffata da autunno, stanno accadendo molte altre cose gravi, accolte in generale con annoiata indifferenza. Sarà l’effetto déjà vu, sarà l’ottusità post mondiale, sarà la proverbiale prudenza delle istituzioni.
In questo Corriere delle Migrazioni parliamo di alcune di esse. A cominciare dallo sgombero perpetrato solo pochi giorni fa, nella capitale, ai danni di un esiguo gruppo di rom romeni.
Tutto è avvenuto secondo un copione noto, nonostante la dichiarata volontà del sindaco Marino di agire in modo differente dai suoi predecessori. Sergio Bontempelli era lì e gli abbiamo affidato la nostra apertura.
A Roma, ancora nell’indifferenza più assoluta, è morto di stenti e fame un “ospite” del famigerato Selam Palace. Una morte annunciata, spiega Stefano Galieni che ricostruisce la storia di questo edificio e ci racconta il suo presente in un denso articolo.
A Milano, invece, l’indifferenza abita alla Stazione Centrale e sfiora costantemente i siriani accampati in attesa di partire per il Nord Europa. Ce la mostra Luca Leva nel suo fotoreportage.
Alessandra Ballerini scrive di quella che avvolge i Cie, strutture inutili, crudeli e a quanto pare intoccabili, e di quella che accompagna i bambini migranti.
Eppure i diritti dei bambini dovrebbero essere universalmente garantiti. Ce lo ricorda Marika Berizzi, presentandoci un Master organizzato dall’Unicef in collaborazione con l’università Bicocca di Milano, il primo ad avere come oggetto i diritti dei minori.
Con Francesca Materozzi e Gabriella Grasso, per fortuna, cambiamo mood: la prima ci racconta una bella storia ambientata ad Arezzo e che ha per protagonista la comunità bangladese che ha deciso di sostenere concretamente un gruppo di rifugiati africani nel loro inserimento. La seconda ci presenta un racconto di Franco Coratelli molto godibile, che mette insieme calcio e intercultura.

Buona lettura e a presto!
Stefania Ragusa