Profughi e rifugiati

Le guerre che si avvicinano

- 7 Agosto 2014

Molti e molte di coloro che ci leggono continueranno a seguire, durante il nostro mese di assenza dalla rete, il blog di Fulvio Vassallo Paleologo, Diritti e frontiere. Prendiamo le sue parole per fare un bilancio amaro di questo semestre non casualmente. Dal 1 luglio infatti la guida dell’Europa è per sei mesi ad appannaggio italiano. Si possono immaginare iniziative per mitigare i nefasti effetti di una vera e propria catastrofe umanitaria ormai quotidiana? Il Professor Vassallo parte da un dato di fatto incontrovertibile: «Ancora migliaia di profughi in fuga verso l’Europa, adesso la “pressione migratoria” sale al confine tra Grecia e Turchia. Presto potrebbero aumentare anche gli arrivi di potenziali richiedenti asilo dalla Grecia nei porti di Bari, Ancona e Venezia. Vedremo se il governo italiano continuerà ad ordinare alla polizia di frontiera l’esecuzione delle attuali misure di respingimento collettivo “con affido” ai comandanti delle navi traghetto che arrivano e ripartono per la Grecia. Ma – prosegue il nostro prestigioso collaboratore – Non è “pressione migratoria” sono esseri umani privati di tutto per effetto di scelte politiche e di alleanze che stanno ben lontano dai loro territori. Territori che però sono diventati terreno di sperimentazione di una nuova guerra globale, che in paesi occidentali hanno sottovalutato e che adesso cercano di nascondere all’opinione pubblica. Ma guerra è e guerra rimane». E in effetti a conflitti ormai stratificati come quello siriano, del Sud Sudan, precipita la situazione irachena, quella palestinese e poi Somalia, Eritrea, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, il caos in Nigeria e nel Mali, quanto avviene ancora, per quanto dimenticato in Afghanistan. Aumentano insomma i contesti che “producono” richiedenti asilo ma non si approntano le risposte adatte. Gli stessi campi profughi in Turchia, Giordania, Libano non sono più in grado di contenere l’afflusso di persone.

A detta di Vassallo: «Se la risposta sarà affidata alle solite misure repressive del Commissario UE di turno, magari un Commissario all’immigrazione, forse proprio un greco, potremo solo allungare la lista dei morti. Sul confine dell’Evros ed in mare le guardie di frontiera hanno sparato sui migranti in fuga. Quando Frontex è intervenuta alle frontiere tra Grecia e Turchia si sono contate decine di vittime. Lo documentano rapporti incontestabili – e chiosa – Occorre aprire canali umanitari anche dalla Turchia verso tutti i paesi europei, si eviterebbe a molte persone la morte nel Mediterraneo, e si ridurrebbero i profitti dei trafficanti che prosperano in Egitto ed in Libia proprio sulla totale chiusura delle frontiere da parte dei paesi Europei. Per battere le organizzazioni criminali l’unica arma rimane l’apertura di canali di ingresso legale e protetto nell’area Schengen, anche attraverso il corridoio balcanico e la Grecia». Nel mese di agosto si potrà capire se l’Italia, oltre che chiedere perennemente risorse all’Europa (spesso spese male) deciderà di proporre una diversa strategia politica.