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Eritrea in fuga

- 11 Gennaio 2015

Sono stati 20.000 secondo l’UNHCR i richiedenti asilo eritrei nel solo 2013, il 77% in più rispetto all’anno precedente. Numeri altissimi per un Paese di neanche 6 milioni di cittadini e che ci dicono molto sulla brutalità della dittatura di Asmara dalla quale questi uomini e queste donne cercano di fuggire.

Una brutalità che si concretizza essenzialmente nella militarizzazione totale della società eritrea: il servizio militare obbligatorio che impegna uomini e donne dai 18 ai 40 anni, ma che può durare anche oltre, le violenze e le torture rivolte contro chiunque si opponga al regime, la possibilità di lavorare soltanto nei settori decisi dal Governo ricevendo per di più una paga da fame, il razionamento del cibo e il boom del mercato nero.
Se tutte queste argomentazioni giustificano senza dubbio le partenze però, i viaggi verso l’Europa e Israele che questi profughi intraprendono non sono semplici. Decine e decine di migranti vengono infatti rapiti da bande di criminali, che li torturano chiedendo un riscatto alle loro famiglie, e così un numero indefinito di eritrei ha trovato la morte in queste camere di tortura nascoste nel torrido deserto del Sinai.

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